BRUXELLES (WSI) – In corso da diversi mesi all’interno dell’Ue la discussione sul sistema unico di garanzia dei depositi bancari ma ancora il salto di qualità non c’è stato. A fare il punto della situazione è il presidente dell’Ecofin, nonchè presidente permanente dell’Eurogruppo, Jereon Dijsselbloem in audizione alla Commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo.
“Negli ultimi due mesi sono stati fatti dei progressi che hanno portato a una migliore comprensione sugli aspetti tecnici sensibili”.
Il ministro olandese ha come obiettivo quello di far uscire dall’attuale stallo in cui si trova oggi la discussione sul sistema unico di garanzia dei depositi, parlando dinanzi ai parlamentari europei dell’importanza del terzo pilastro dell’Unione bancaria, l’introduzione dello schema unico di assicurazione dei depositi.
Viene posto allo stesso rango degli altri due pilastri che sono stati eretti: la supervisione comune nelle mani della Bce guidata da Mario Draghi e la risoluzione bancaria, anche se quest’ultima è ancora da completare visto che manca ancora l’accordo tra i governi sul “backstop” pubblico finanziario.
Da qui l’impegno del numero uno dell’Ecofin: trovare un accordo già nella prossima riunione in programma venerdì.
“Il nostro obiettivo è avere un accordo alla riunione Ecofin di venerdì sulla via da seguire per creare un sistema unico europeo di garanzia dei depositi bancari”.
Dijsselbloem ha così preparato una relazione che poi sottoporrà al vaglio dei ministri alla riunione dell’Ecofin Lussemburgo allo scopo di accelerare il processo di introduzione del sistema unico di garanzia dei depositi già entro questo fine settimana, confermando che la riduzione dei rischi proceda di pari passo con la condivisione dei rischi di cui il sistema unico è parte essenziale.
Ma la sfida ardua sarà quella di vincere le resistenze di alcuni paesi. Primo fra tutti la Germania che ritiene che nella riduzione dei rischi sia compresa la cancellazione dai bilanci delle banche delle sofferenza bancarie, i famigerati Npl (Non performing Loans) ma è un processo che richiede molto tempo e come tale non può essere accelerato.