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FUTURES USA IN CALO, INFLAZIONE IN AGGUATO

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A mezz’ora dall’apertura delle borse i contratti sugli indici Usa sono in calo (vedi quotazioni a fondo pagina) il che lascia prevedere un avvio negativo per l’azionario.

L’aggiornamento sull’inflazione ha evidenziato un incremento dei prezzi alla produzione nel mese di gennaio doppio rispetto alle attese. Il dato e’ cresciuto dell’1% contro le stime di un rialzo piu’ contenuto, pari a +0.4%; anche la versione “core” e’ cresciuta in misura superiore alle attese (+0.4% vs +0.2%).

Con la stagflazione, la Fed sara’ costretta a rialzare i tassi in fase recessiva. Il rapporto sul PPI segue il dato sui prezzi al consumo (CPI) rilasciato nei giorni scorsi, anche questi attesti a livelli maggiori delle stime. E’ un segnale d’allarme che mette in evidenza come la dinamica inflazionistica stia andando fuori controllo sia al dettaglio che all’ingrosso.

Il dato odierno mette in enorme difficolta’ la Federal Reserve: la banca centrale Usa dovra’ rivedere per intero la politica economica basata sul continuo ribasso dei tassi d’interesse, proprio mentre l’economia degli Stati Uniti e’ praticamente in crescita zero o quasi in recessione, secondo molti economisti.

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Il continuo rialzo dei prezzi dei generi alimentarie dei prodotti petroliferi, cresciuti rispettivamente +1.7% e +1.5% a gennaio, oltre al costo delle medicine, fanno salire alle stelle quindi i timori sull’inflazione (vedi reazione sui bond cliccando qui).
Cio’ non puo’ che sollevare seri dubbi sull’abilita’ della Fed di proseguire una politica monetaria di tipo “accomodante” (e cioe’ di ulteriore ribasso dei tassi d’interesse). I tassi sui fed funds sono al 3% e gli operatori, prima della comunicazione del dato sui prezzi alla produzione scommettevano (94% di probabilita’) che nel meeting di marzo Bernanke & Co. avrebbero opererato una nuova riduzione di 50 punti base per contenere gli effetti della recessione. Adesso non e’ piu’ cosi’ certo.

Intanto, notizie poco incoraggianti arrivano dal comparto societario. Il colosso di articoli per la casa Home Depot (HD) ha riportato un calo dei profitti del 27% nel quarto trimestre; la debolezza del comparto immobiliare ha causato il primo calo delle vendite su base annuale in assoluto. A preoccupare sono anche le prospettive sull’intero anno, in cui potrebbero essere riscontrate nuove pressioni e un ulteriore rallentamento della domanda.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio tratta in lieve calo. I futures con consegna aprile sono in ribasso di 18 centesimi a $99.05 al barile. Sul valutario, sale l’euro nei confronti del dollaro a 1.4882. L’oro arretra di $4.00 a $936.50 all’oncia. In calo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.91%.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 e’ in ribasso di 3.80 punti (-0.28%) a 1367.80.

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna -6.25 punti (-0.35%) a 1779.25.

Il contratto sull’indice Dow Jones perde 33 punti (-0.26%) a 12533.

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