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Futures confermano rialzi dopo dati

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Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni i futures Usa viaggiano in territorio positivo, (vedi quotazioni a fondo pagina), il che lascia prevedere un avvio in buon rialzo per la borsa americana.

I contratti sono arretrati dai massimi di seduta sulla scia della presentazione delle cifre macro, ma continuano a scambiare con una certa solidita’ dopo la pubblicazione degli ultimi dati macro. Il Prodotto Interno Lordo del primo trimestre e’ cresciuto del 3% nel primo trimestre, secondo i dati rivisti. Si tratta di una cifra inferiore all’incremento del 3.2% riportato in precedenza. E’ anche sotto la crescita del 3.3% che si aspettavano gli economisti.

Nel frattempo le richieste di sussidio settimanali sono scese di 14 mila unita’ a 460.000, ma il dato risulta leggermente piu’ alto di quello atteso in media dagli analisti, che scommettevano su un risultato di 455.000. Le richieste di sussidido continuativo sono scese da 4.66 milioni a 4.61 milioni, sostanzialmente in linea con le stime.

Gli operatori sembrano inseguire dunque i rimbalzi in atto nelle piazze del Vecchio Continente, all’indomani di una seduta che a Wall Street e’ stata compromessa dalle vendite sul finale. Ad appesantire i listini erano state le voci della vendita di eurobond della Cina. Pronta e’ arrivata la smentita dell’agenzia di Pechino che gestisce le riserve monetarie del Paese, che ha definito i rumour privi di fondamento.

La smentita ha fatto bene anche all’l’euro, che recupera sui mercati valutari, ma non prima di aver sfiorato nuovamente i minimi degli ultimi quattro anni, durante le contrattazioni di questa notte in Asia.

Nel frattempo in una intervista a Bloomberg Barton Biggs, gestore dell’hedge fund newyorchese Traxis Partners LP, ha detto di ritenere che i mercati azionari Usa si trovano al momento in una condizione di ipervenduto: per questo motivo, a suo avviso, è possibile aspettarsi un rally nell’arco dei prossimi giorni.

I rialzi dell’euro e delle borse europee inducono dunque gli operatori, in uno scenario sempre più incerto, a rimanere in uno stato di allerta. Allo stesso tempo, però, la tensione si allenta rispetto alle ultime ore, grazie alle rassicurazioni che sono arrivate da Pechino: nel rispondere alle indiscrezioni che sono state riportate dal Financial Times, e che hanno messo sotto pressione nel finale Wall Street , Pechino ha precisato infatti che non modificherà il proprio portafoglio per quanto riguarda i titoli di Stato europei, nè tantomeno si disferà delle riserve valutarie in euro.

Le autorità cinesi, insomma, hanno smentito i vari rumors di stampa che stavano insistentemente circolando in questi ultimi giorni. Secondo il quotidiano londinese Financial Times, lo State Administration of Foreign Exchange, istituto che gestisce le riserve in valuta del paese, avrebbe infatti espresso timori circa la propria esposizione sui titoli di stato dei paesi europei più a rischio default come Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, i cosiddetti PIIGS.

Il colosso asiatico, ha scritto il Financial Times, starebbe considerando l’eventualità di cominciare a vendere sul mercato parte di tali bond, che secondo i rumors che hanno iniziato immediatamente a circolare ammonterebbero a circa 630 mld di dollari. Ma la smentita è giunta direttamente dalla Banca Centrale cinese, che in una nota ha liquidato tutti i rumors affermando che la Cina ha sempre sostenuto il processo di integrazione europea approvando le misure per salvaguardare la stabilità finanziaria varate da Ue e Fondo Monetario Internazionale.

Nella nota si legge inoltre che il governo ha fiducia nella capacità della Zona Euro di superare l’attuale momento di difficoltà. L’Istituto Centrale ha poi precisato che continuerà ad investire e diversificare il proprio portafoglio, anche per quanto riguarda le riserve valutarie definite “uno dei mercati di investimento più importante.

Sia i mercati azionari che l’euro, tirano dunque un sospiro di sollievo e al momento brindano alle rassicurazioni cinesi. Certo il quadro rimane preoccupante, se si guarda per esempio alle indicazioni che arrivano dai mercati dei bond: il prezzo titolo di Stato Usa a 30 anni si trova infatti a soli 3 punti base dal toccare livelli record mentre il rendimento sul Treasury a cinque anni e’ a quota 1.94% dopo aver raggiunto la punta di 2.60% in aprile. E la situazione è tale che Jeremy Grantham, noto gestore, ieri a New York in una riunione riservata di manager di hedge funds ha definito i bond Usa “grottescamente sopravvalutati”.

Per non parlare poi delle vendite di titoli obbligazionari societari, che sono destinate a registrare il peggiore mese degli ultimi 10 anni, mentre i rendimenti relativi stanno crescendo ad un ritmo che non si vedeva dai tempi del crash di Lehman Brothers. Ma la smentita cinese riesce almeno a smorzare l’effetto negativo della continua carrellata di notizie no.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$1.55 attestandosi a quota $73.06 al barile (+2.17%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2244 (+0.51%). L’oro ha segnato un -$5.80 attestandosi a $1209.50. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.270% dal 3.218% di ieri.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 avanza di 20.80 punti (+1.96%) a quota 1082.

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna un rialzo di 34.75 punti (+1.94%) a quota 1826.25.

Il contratto sull’indice Dow Jones scambia in salita di 155 punti (+1.56%) a quota 10076.