Società

Fukushima, acqua radioattiva: “zona morta” come a Chernobyl

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Tokyo – Il suolo radioattivo in alcune aree vicino allo stabilimento nucleare danneggiato di Fukushima ha raggiunto lo stesso livello di Chernobyl, dove una “zona morta” e’ li’ da 25 anni in seguito all’esplosione del reattore dell’ex Unione Sovietica.

Le radiazioni si sono diffuse in un’area grande 600 chilometri quadrati. I test effettuati nella zona all’esterno dell’impianto di Fukushima hanno rlevato la presenza di 2 milioni di bequerel di cesio per centimentro cubico, lo standard utilizatto per misurare i livelli di radioattivita’ e chiedere l’evacuazione dei residenti dopo l’incidente di Chernobyl del 1986.

La Tepco, la società che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima, ha riferito che acqua altamente radioattiva sta inondando il basamento dell’edificio contenente il reattore 1 della centrale. Si ritiene che materiale radioattivo proveniente dal combustibile fuso sia filtrato dalla vasca di pressione del reattore. L’ampia quantità di acqua contaminata ha impedito ai tecnici di ripristinare le funzioni di raffreddamento. La situazione è ritenuta preoccupante anche perchè l’aumento di accumulo di acqua coincide con l’inizio della stagione delle piogge.

Intanto una perdita di olio in mare è stata scoperta oggi di fronte alla disastrata centrale nucleare di Fukushima in prossimità dei reattori 5 e 6, gli unici del sito stabilizzati in stato di arresto a freddo. Secondo quanto annunciato dalla Tepco, il gestore dell’ impianto, la fuga è stata rilevata questa mattina da un tecnico durante i controlli di routine nell’area del porto antistante la centrale, dove è stata confermata la presenza di un manto oleoso in un raggio stimato di 200-300 metri. Davanti ai reattori 5 e 6 sono presenti due cisterne per l’olio pesante, le cui tubazioni si suppone siano state danneggiate dal sisma dell’11 marzo. Secondo l’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica, al momento la fuoriuscita appare limitata all’area interna, e il suo impatto nelle acque oltre i frangiflutti dovrebbe essere «estremamente limitato».

Il titolare dell’impianto sta adesso svolgendo le rilevazioni per capire l’entità della perdita, mentre sono già stati avviati i lavori per installare una barriera in modo da impedire all’olio di riversarsi in mare aperto. A poca distanza dai reattori 5 e 6, intanto, prosegue l’allerta per l’aumento del livello dell’acqua nelle unità 1-3, in scia alle forti piogge registrate nei giorni scorsi: nell’edificio che ospita il reattore 1, in particolare, il livello di acqua radioattiva accumulatosi nel sottosuolo ha raggiunto i sei metri di altezza, con un incremento di 37 centimetri in 24 ore, aumentando il rischio di nuove fughe di liquido contaminato nell’area dell’impianto.

Copyright © La Stampa. All rights reserved