LONDRA (WSI) – Le autorità americane hanno paura che i fondi obbligazionari stiano diventando come istituti di credito del cosiddetto “sistema bancario collaterale”, perché gli investitori possono andarsene a piacimento, anche se gli asset detenuti dai fondi possono risultare difficili da vendere.
In un universo ‘semi deflazionistico’, i flussi di denaro che affluiscono e defluiscono senza sosta nei fondi obbligazionari sono una delle ragioni principali per cui le promesse della propaganda politica di una ripresa continuano a essere smentite.
Inoltre è una delle classi di asset più odiate dalla Fed, la quale preferirebbe che tutti gli investitori retail smettessero di investire i loro soldi nei fondi obbligazionari (e nei mercati monetari) e gli piazzassero invece in titoli azionari con rapporti tra prezzo di Borsa e stime sugli utili (P/E) convenienti.
Per riuscirci, i funzionari della Fed stanno valutando l’idea di imporre commissioni di uscita a chi volesse andarsene dai fondi obbligazionari e vendere le proprie quote.
L’obiettivo dichiarato è dunque quello di impedire una eventuale fuga degli investitori dal mercato. Le autorità di controllo dei mercati sono preoccupate per la vulnerabilità di un mercato di bond societari che vale 10 mila miliardi di dollari.
Stando a quanto riportato dal Financial Times, la Fed teme che gli investitori in questi fondi, così come avviene con i correntisti in banca, possano ritirare i loro soldi anche se un debito a lungo termine può risultare difficilmente vendibile in tempi di crisi.
Secondo le fonti citate dal quotidiano finanziario, le trattative sono in corso e una struttura formale e legale non è stata ancora raggiunta.