Economia

FT: “la crescita silenziosa dell’Europa”, meglio degli Usa

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L’economia dell’Eurozona è rimasta vittima di una narrativa pessimista che non tiene conto del fatto che, silenziosamente, i dati macroeconomici del Vecchio Continente stanno superando quelli degli Stati Uniti. A scriverlo molto nettamente è il Financial Times, il quale ricorda che nel quarto trimestre la crescita dell’Area Euro allo 0,5% ha superato quella Usa, esattamente come quella relativa al complesso del 2016: l’1,7% contro i tasso di crescita dell’1,6% a stelle e strisce.
In passato, com’è noto, i ritmi di reazione alla crisi finanziaria sono stati più sfavorevoli per l’Europa, eppure, scrive il Ft, allo stato attuale “la crisi finanziaria è quasi vecchia di un decennio, c’è molto rallentamento dovuto alla disoccupazione da assorbire e il voto britannico per l’abbandono dell’Ue non si è rivelato lo choc che molti avevano temuto”. Queste ragioni, insieme a una politica monetarie “che sta finalmente funzionando”, sarebbero alla base di una silenziosa ripresa europea.
Il quotidiano britannico ricorda ad esempio come l’Eurozona sia stata in grado di mettere di fila 14 trimestri di crescita, mentre il tasso di disoccupazione è ritornato a una sola cifra; l’indice Pmi, che dovrebbe anticipare l’andamento del ciclo economico è rimasto in territorio di espansione per 43 mesi di fila e si trova attualmente a 54,4 punti.
La nota dolente, però, è sempre quella: i dati complessivi relativi all’Eurozona, un area valutaria composta da 19 singoli Paesi, racchiude al suo interno ritmi molto divergenti: se la Spagna cresce al 3,2%, l’Italia ad esempio dovrebbe chiudere il 2016 con un più misero +0,9%, mentre la Grecia con un dato ancora fermo allo 0,4%.
Il trend favorevole per l’economia dell’Eurozona sugli Usa dovrebbe mantenersi anche in futuro, conclude il Ft, se le politiche monetarie di Fed e Bce proseguiranno la propria natura divergente, con i tassi Usa destinati, come sembra, a normalizzarsi gradualmente.