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Frexit, banca centrale: costa 30 miliardi l’anno

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In vista delle elezioni francesi che mettono in gioco la permanenza stessa del Paese nell’unione monetaria, è entrato in campo anche il governatore della banca centrale nazionale, Francois Villeroy de Galhau, il quale ha avvertito sui costi che avrebbe l’uscita dall’euro sul bilancio della Francia. Intervistato da France Inter Radio, Vielleroy de Galhau ha stimato che tornare al franco comporterebbe un costo aggiuntivo per il finanziamento del debito pubblico da 30 miliardi di euro all’anno, una quantità pari al budget destinato alla difesa dallo stato francese.

“Il recente rialzo nei tassi d’interesse francesi [sui titoli di stato, ndr.], che io ritengo temporaneo, corrisponde a una certa preoccupazione riguardo all’uscita dall’euro”, ha detto il governatore della banca centrale francese.

Questo rischio è alimentato dalla candidata del Front National all’Eliseo, Marine Le Pen, che guida col sul 26% i sondaggi per il primo turno di votazioni davanti tanto ai repubblicani rappresentati da Francois Fillon (17,5%) che il candidato indipendente Emmanuel Macron (20,5%). Le Pen ha promesso che la Francia, nel caso di una sua elezione, percorrerà la via della Frexit, promuovendo l’uscita del Paese dall’euro in una futura consultazione popolare. L’addio alla moneta unica è un elemento vitale per mettere in campo quello che la candidata nazionalista definisce un “protezionismo intelligente”. L’euro, secondo la leader del Front National è “un freno all’economia, un ostacolo alla ripresa. L’euro non è una moneta, ma uno strumento politico”. Per

Nel frattempo l’agenzia di rating canadese Dbrs ha scritto in una nota che dibattere apertamente sulla permanenza nella moneta unica da parte della Francia potrebbe incoraggiare gli investitori a spostare i propri euro al di fuori dai confini francesi o da qualsiasi altro Paese la cui uscita dall’euro è vista come probabile. “Questi sviluppi”, ha aggiunto Dbrs, “potrebbero avere implicazioni sui rating sovrani della Francia”. Per il momento la tripla A dell’agenzia rimane confermata sul debito di Parigi.