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Forconi, sono di destra e vogliono il golpe. “Italia schiava dei banchieri ebrei come Rothschild”

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ROMA (WSI) – ”Ho letto certe vergognose frasi antisemite”, e questo e’ un monito a ”tutti coloro che strumentalizzano questa protesta” affinche’ si rendano conto. Lo ha detto il presidente del consiglio Enrico Letta.

“Denuncerò il signor Andrea Zunino, portavoce del movimento dei forconi, per le gravi affermazioni da lui fatte e riportate nell’intervista di ‘Repubblica’ di oggi (vedi sotto), ai sensi della legge Mancino”. Lo dichiara Emanuele Fiano, deputato del Pd. “L’ipotesi che l’Italia sia schiava dei banchieri ebrei, come lui sostiene -aggiunge- oltre ad essere un vergognoso insulto alla realtà, in quanto affermazione destituita di qualsiasi fondamento, si configura come la diffusione di uno stereotipo discriminatorio, classico delle teorie antisemite, che ha già portato alle tragedie del secolo scorso che ben conosciamo”.

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ROMA (WSI) – Dura presa di posizione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) contro le parole del portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino: “Vogliamo le dimissioni del governo. Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso – ha detto Zunino in un’intervista oggi alla Repubblica – che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire. Non ho le prove. Ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l’antisemitismo del voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani. Personalmente non mi interessa”.

Secondo Renzo Gattegna, presidente Ucei, “le deliranti affermazioni sull’Italia ‘schiava dei banchieri ebrei’ e le successive giustificazioni formulate da Zunino danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari”.

“Zunino – prosegue Gattegna in una nota – si alimenta dai più violenti e biechi stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell’ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l’intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese”, conclude il presidente delle dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

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Di Vera Schiavazzi

ROMA (WSI) – Andrea Zunino, classe 1953, professione agricoltore, residenza al confine tra le province di Biella e Vercelli, è il leader («meglio: portavoce») del Movimento 9 dicembre, quello che da lunedì ha acceso i riflettori su una Torino rivoltosa, delusa, impoverita. Il suo manifesto? «Vogliamo le dimissioni del governo. Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire. Con Grillo mi incontrerei, i 5 Stelle sono persone perbene. Con Berlusconi mai, anche se le porcate peggiori da noi le ha fatte la sinistra». E sullo sfondo un mito: il premier ungherese Viktor Orbàn: «Lui sì che sta liberando davvero il suo Paese».

[ARTICLEIMAGE] Signor Zunino, si rende conto che da questa stessa dichiarazione sulle banche “ebraiche” è nato il nazismo? Si rende conto di quel che dice?

«Non ho le prove. Ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l’antisemitismo del voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani. Personalmente non mi interessa ».

L’idea del movimento è stata sua? O l’ha ispirata qualcuno?

«Non è venuta solo a me. Passo molto tempo su Internet, ho visto il lancio nazionale mesi fa, ho trovato un gruppo di ragazzi di Torino che aderiva e sono andato da loro. Mi hanno chiesto di fare il portavoce, sono persone semplici, ed eccomi qui».

Quali erano le sue idee politiche? E i suoi precedenti?

«Sono incensurato e non ho mai avuto una tessera. Appartengo a una generazione che ha avuto la fortuna di non trovarsi in pieno Sessantotto, ma ha vissuto le ricadute peggiori. Per 14 anni ho praticato andavo al seggio e facevo mettere a verbale che rifiutavo la scheda perché non mi sentivo rappresentato».

Cosa pensa degli studenti che hanno manifestato a Roma?

«Ci vanno bene. Sono ragazzi, ma anche loro sanno che la politica li ha traditi, che è tutto un magna-magna. A me vanno bene tutti gli italiani, i cittadini che scendono in piazza».

[ARTICLEIMAGE] E se non sono italiani? Qual è la vostra posizione sugli immigrati in Italia?

«È un argomento esplosivo, che sto cercando di far uscire su Facebook. Per me va bene chiunque rispetta le leggi, ma capisco il disoccupato che si lamenta perché al marocchino arrivato col barcone danno la casa e mille euro mentre lui deve dormire in macchina. Ha ragione, è uno scandalo, ma gli dico: non è col marocchino che te la devi prendere, ma col governo».

Vi siete accordati con altre organizzazioni nelle piazze?

«Gli unici coi quali avevamo un accordo erano una sigla di commercianti dei mercati ambulanti che si era ribellata ai sindacati. Ma non ci hanno fatto fare bella figura: io andavo in Questura a metterci la faccia e chiedere i permessi e loro in piazza facevano quel che volevano. Adesso basta».

Qual è il vero obiettivo?

«Le dimissioni del governo e delle due Camere. Ma non vogliamo una giunta militare, anzi: stiamo lanciando un appello per formare un tavolo di giuristi e costituzionalisti che ci aiutino a capire come può nascere un governo provvisorio di solidarietà. Non un governo tecnico, quello è lo strumento con cui la politica ha truffato la nostra gente».

Qualcuno vi ha corteggiato in questi giorni? Avete incontrato partiti, esponenti politici?

«Ho incontrato soprattutto ispettori Digos con i quali stiamo collaborando benissimo, anche se ora hanno avuto da Alfano l’ordine del pugno di ferro. Poi mi ha ricevuto il questore, nel suo enorme ufficio dove di solito va soltanto il sindaco. Ma gli ho ribadito che non intendevamo smettere, così abbiamo un nuovo presidio autorizzato, possiamo fare un corteo al giorno, magari anche di più, basta che avvisiamo».

Che cosa dice della violenza?

«Noi siamo contro. Il codice etico del Movimento 9 dicembre l’ho scritto io, è piaciuto ai ragazzi, è diventato nazionale. Si parla di giovani pagati, e anche molto, per venire a infiltrasi, a far casino. Anche le nostre pagine Facebook sono infiltrate, ora comunichiamo diversamente. La Digos sa quel che ho fatto per portare via la gente mentre in piazza Castello volavano le pietre. Ma sono in molti ad avere interesse che Cota vada a casa ».

Si sente responsabile?

«Abbiamo un nuovo presidio, ci troveremo lì. Siamo cittadini. Cota deve andare a casa, la Lega è ridicola quando cerca di appropriarsi delle nostre parole d’ordine. Ma la politica con i suoi scandali dei rimborsi, è tutta uguale».

Una domanda personale: lei in che cosa crede?

«Mi sono convertito all’Islam per poter praticare il sufismo. E così sono diventato un maestro del respiro consapevole».

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da La Repubblica – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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E’ il giorno della “marcia” sulla Capitale: i manifestanti sono partiti da Latina a bordo di alcuni trattori e si dirigono verso Roma. Il leader della protesta: “Ora mandiamo a casa chi ha fatto il male dell’Italia”

Il momento della marcia su Roma è arrivato. Al quinto giorno di protesta, un gruppo di Forconi è partito da Latina e si sta dirigendo verso la Capitale. I manifestanti sono alla guida di alcuni trattori e hanno la ferma intenzione di arrivare sotto i palazzi del potere.

Chiari gli obiettivi: “Continueremo la protesta per il tempo che serve in maniera civile come abbiamo fatto fino ad ora – annuncia Danilo Calvani, leader pontino del movimento – Il nostro obiettivo è mandare a casa questa classe politica che ha fatto il male dell’Italia”.

L’agitazione, però, prosegue anche al Nord in particolare a Modena dove – tra il casello Modena nord e la rotatoria Marino – alcuni manifestanti si sono riuniti per un azione di volantinaggio. Il gruppo sta bloccando a singhiozzo parte della strada, rallentando l’ingresso degli automezzi in A1. Il traffico dalla tangenziale verso il casello è stato infatti temporaneamente sospeso.

Manifestanti in movimento anche a Torino con trecento studenti, molti dei quali appartenenti al gruppo giovani No Tav, sono scesi in corteo lungo le strade statali nel territorio di Bussoleno. L’iniziativa è legata alle dimostrazioni dei forconi: “Nel manifestare la nostra partecipazione alle ragioni della protesta vogliamo prendere le distanze da qualsiasi partito politico che intenda strumentalizzarla”, hanno spiegato gli organizzatori.

Sgomberato, invece, l’accampamento dei Forconi che a Ventimiglia impediva l’accesso alla frontiera con la Francia. Il presidio, composto da sei tende montate giovedì all’ingresso del ponte sul fiume Roja, è stato rimosso dalla polizia. Gli agenti hanno anche allontanato un secondo gruppo di manifestanti che ha tentato di formare un blocco sulla statale 20 del Col di Tenda a Roverino.

Non finisce oggi, come inizialmente annunciato, la protesta del Coordinamento nazionale 9 dicembre, di cui fanno parte diverse realtà e associazioni legate al mondo degli autotrasportatori, agricoltori e imprenditori: “In tutte le zone d’Italia andiamo avanti ad oltranza”, dice all’agenzia TMNews Mariano Ferro, leader del Popolo dei Forconi, una delle “sigle” del Comitato.

Ferro annuncia inoltre che l’annunciata mobilitazione a Roma si terrà “molto probabilme mercoledì prossimo: non sarà un corteo, ma un presidio fisso in un posto che concorderemo con la Questura”.

Nonostante le dichiarazioni rilasciate dai suoi portavoce e leader e lo spazio dato sui media, il 79% degli italiani non ha ancora capito le ragioni della protesta dei cosiddetti Forconi.

È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall`Istituto demoscopico Ixè in esclusiva per Agorà (Rai3). Tra chi condivide del tutto o in parte la protesta, si arriva a un magro 16 percento.

“Il consenso attorno alla protesta è molto marginale – ha osservato Roberto Weber, presidente dell`Istituto Ixè – La stessa domanda riferita alle manifestazioni degli agricoltori al Brennero una settimana fa, invece, ha riscosso un consenso superiore del 70%”.
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ROMA (WSI) – Dilaga la protesta in tutta Italia: dopo le bombe carta lanciate ieri contro i politici occorsi alla Conferenza nazionale sulla Green Economy alla Sapienza di Roma, tra cui il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, oggi un corteo è atteso in Liguria, a Sanremo.

A Ventimiglia i manifestanti, con le loro azioni, impediscono ai mezzi di raggiungere la Francia e il Piemonte. Gli autori della protesta hanno montato due tende all’accesso del ponte sul fiume Roja, che porta oltralpe.

Protesta dei forconi davanti alla sede di “Riscossione Sicilia” a Palermo, sventolando mutande e appendendole sugli alberi al grido “siamo rimasti in mutande, prendetevi anche queste”.

Il movimento dei Forconi ha deciso di presentarsi questa mattina davanti l’agenzia di riscossione dei tributi le cui cartelle – dicono – stanno portando al fallimento migliaia di aziende e di famiglia con un trattore, ma il mezzo si è guastato.

Caos registrato soprattutto a Torino e a Ventimiglia. Un gruppo di dimostranti presso l’interporto di Orbassano, alle porte del capoluogo piemontese, ha iniziato a muoversi dal piazzale con l’intento di andare ad occupare la tangenziale. Sul posto è intervenuta la polizia che ha identificato 38 persone, tra cui alcuni autotrasportatori, che hanno ritirato gli striscioni e desistito dai loro propositi. Rimosso, inoltre, il blocco di questa mattina in piazza Derna, la Questura ha fatto sapere che sono state identificate 15 persone.

Il sindaco di Torino, Piero Fassino, insieme ai consiglieri comunali Michele Paolino, Marta Levi e Marco Grimaldi, ha incontrato una delegazione di studenti che nei giorni scorsi hanno preso parte alle manifestazioni Disagi a Ventimiglia, dove piccoli gruppi di manifestanti hanno occupato largo Torino e il ponte sul fiume Roja, bloccando di fatto le principali arterie stradali che conducono in Francia e in Piemonte e l’accesso al casello autostradale della città di frontiera. Sul ponte i dimostranti hanno anche montato alcune tende da campeggio con l’intenzione di proseguire la protesta ad oltranza.

Momenti di tensione si erano registrati in mattinata quando la polizia è stata costretta a lanciare alcuni lacrimogeni per disperdere i manifestanti che da oltre due ore bloccavano il traffico nei pressi della rotonda della frazione Latte, impedendo agli automobilisti e agli altri mezzi di raggiungere i valichi di frontiera di Ponte San Ludovico e Ponte San Luigi.

Rallentamenti anche in autostrada, sulla A4, la “staffetta” delle auto dei dimostranti che sventolavano il tricolore nel pomeriggio ha interessato il tratto compreso tra l’area di servizio di Fratta e Villesse, in direzione Trieste, creando problemi alla circolazione. A Mestre, in Veneto, i Forconi si sono oggi radunati alla sede locale di Equitalia, causando problemi al traffico e code in tangenziale verso Venezia a causa del volantinaggio costante dei manifestanti.

Nel corso delle proteste iniziate il 9 dicembre sono state arrestate “cinque persone, mentre altre 55 risultano denunciate per vari reati, tra i quali saccheggio e interruzione di pubblico servizio” ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, durante un’informativa urgente alla Camera sulle manifestazioni di questi giorni. Alfano ha detto anche che alle proteste hanno partecipato “frange eterogenee, apparentemente prive di collegamento” e “persone appartenenti alle più svariate categorie”, ma in particolare “formazioni di estrema destra”.

Alfano si è poi detto preoccupato per il rischio di “deriva ribellistica” contro le istituzioni: “L’elemento di preoccupazione, oggetto anche di analisi e riflessione nel corso di un vertice al Viminale, è nell’eventualità che l’insieme di queste cause di disagio possa alimentare una deriva ribellistica genericamente indirizzata contro le istituzioni nazionali ed europee, a cui non farebbero mancare il loro sostegno componenti dell’antagonismo interessate ad intecettare qualunque forma di malessere sociale”.

Il ministro ha invitato poi la politica a “non cavalcare la protesta dei violenti”, mentre, per quanto riguarda il caso degli agenti che si sono tolti il casco durante una manifestazione dei Forconi ha precisato che non è stato affatto un gesto di solidarietà verso la protesta: “Esprimo la mia ferma disapprovazione per il tentativo di strumentalizzare il comportamento di alcuni agenti: il gesto di togliere il casco che indossano in servizio di ordine pubblico è avvenuto quando ormai ne era scemata la tensione. E’ un fatto accaduto anche in altre circostanze e leggerlo ora come un segno di solidarietà verso i manifestanti non è arbitrario ma anche irrispettoso nei confronti degli agenti che ogni giorno combattono in trincea”.
(Ansa-TMNews)