Nell’ultimo anno circa 44 societa’ di gestione fondi hanno effettuato operazioni di fusione ed acquisizione per un controvalore di circa $9 miliardi.

Lo afferma un recente studio di SNL Securities, societa’ di ricerche finanziarie della Virginia, secondo cui il trend ha interessato oltre 220 fondi comuni di investimento con oltre $50 miliardi di patrimonio in gestione.

Tra le principali operazioni vi sono:

– l’acquisto di Pioneer Group da parte del Gruppo UnicreditoItaliano;

– l’acquisto di Sanford C Bernstein&Co da parte di Alliance Capital Management Holding;

– l’acquisto di Nvest Lp da parte della francese Caisse des Depots Group;

– l’acquisto di Gartmore Investment Management da parte di Nation Wide Mutual Insurance Co;

– il possibile acquisto di United Asset Management da parte di Old Mutual PLC;

– il possibile acquisto di Marsico Management LLC da parte di Bank of America.

Uno dei motivi di tanta effervescenza e’ l’ineresse di numerose banche e assicurazioni europee disposte a pagare, anche a caro prezzo, la competenza e l’esperienza delle grandi firme della finanza americana.

La forte richiesta da parte dei gestori di fondi Europei, affermano gli analisti, dipende molto dall’adozione del sistema previdenziale degli Stati Uniti basato sull’investimento dei cittadini in un tipo speciale di fondi: i fondi pensione.

Ma quali effetti possono avere queste operazioni di fusione sui piccoli risparmiatori?

Almeno nel breve periodo i piccoli risparmiatori, che hanno investito nei fondi che sono stati acquisiti, non dovrebbero risentire del peggiormento delle performance, in quanto e’ nell’interesse stesso del nuovo gestore non perdere da subito i clienti.

Inoltre i fondi acquisiti, che sono generalmente piu’ piccoli di chi li compera, possono beneficiare delle ricerche e della maggiore compentenza della nuova societa’ che generalmente dispone di ricerche e studi migliori.

I primi effetti negativi, se si verificano, risultano evidenti solo dopo 6 o 12 mesi dall’eventuale acquisizione. Ad esempio eventuali cambiamenti nelle scelte di investimento del nuovo gestore del fondo possono far lievitare anche considerevolmente i costi di gestione a discapito della flessibilita’ della gestione stessa del fondo.

Infine, eventuali differenze di filosofia di gestione dei manager con i nuovi proprietari ne possono causare le dimissioni con conseguente possibile ricaduta negativa sulle performance.

Per rimanere al riparo da simili effetti la migliore soluzione per l’investitore rimane dunque quella di non prendere decisioni troppo affrettate.

Ecco di seguito la lista dei 30 maggiori gestori di fondi comuni di investimento azionari presenti sul mercato USA:

(Fonte dati: Lipper Inc.)