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Fondi immobiliari: Poste rimborsano pochi fortunati

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MILANO (WSI) – Ennesima storia di risparmio tradito all’italiana quella che riguarda le Poste Italiane ma anche altri collocatori che dal 2002 al 2006 hanno venduto le quote di quattro fondi immobiliari ad alto rischio.

I fondi immobiliari raccolgono capitali dai risparmiatori attraverso la vendita di quote e poi con il ricavato comprano immobili, a volte li ristrutturano e li vendono ad un prezzo più alto, altre volte invece li rivendono dopo averli concessi in locazione. Il tutto entro 10 anni di tempo: se le vendite vanno bene, i proventi vengono distribuiti. In caso di perdite invece?

Il caso dei fondi delle Poste è esemplare. I quattro nel mirino sono Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha che anno dopo anno hanno chiuso i loro bilanci in perdita.

I problemi sono emersi quando uno di questi quattro fondi è arrivato a scadenza alla fine del 2016, Invest Real Security dopo una proroga di 3 anni con la speranza di vendere i propri immobili fino a che non ha chiuso definitivamente i battenti. Una vera e propria debacle come mostrano i numeri. Le quote del fondo sono state vendute a 2500 euro l’una  e il primo rimborso – che arriverà entro il 31 marzo 2017 dicono dal fondo – è stimato in 390 euro. E il rimborso finale? Sarà determinato solo con la liquidazione del fondo, certo è che in 13 anni il fondo ha distribuito solo 658 euro per quota.

Fondi immobiliari: solo 10 su 24 hanno mantenuto le promesse

Gli ultimi cinque immobili del fondo Invest Real security sono stati svenduti, ad esempio il centro commerciale di Andria venduto per 8,8 milioni con una minusvalenza di 14,2 rispetto al valore rettificato al 30 giugno. Stessa sorte per un altro fondo, Obelisco che scade a dicembre 2018 e recentemente ha venduto a Milano la sede della Nestlè per circa 10 milioni contro i 51 investiti inizialmente e 4 della valutazione che hanno fatto esperti terzi a giugno 2016.

Il caso dei quattro fondi delle Poste però non è isolato e solo una decina su un totale di 24 fondi immobiliari in Italia ha rispettato gli impegni presi con gli investitori. Ad esempio il fondo Socrate gestito da Fabrica sgr del Gruppo Caltagirone in scadeza nel 2020. Se oggi un quotista decidesse di liquidare il suo investimento avrebbe un rosso netto del 37%. Intorno al 20% la perdita stimata anche per Immobilium 2001 di Investire sgr. A spiegare in qualche modo il motivo di questo bagno di sangue, dalle pagine de Il Fatto quotidiano, lanalista Marcello  Rubiu, partner della società di consulenza Norisk.

“Questi fondi sono stati venduti alla clientela retail con pochi risparmi come succedanei dell’appartamento in affitto a studenti ma non sono affatto questo perché raramente investono nel residenziale. E poi sono prodotti complessi il cui successo è legato a doppio filo con la qualità degli immobili in portafoglio e la bravura del gestore. Come potrebbe del resto un piccolo investitore immaginare le prospettive immobiliari di un immobile cielo-terra in una grande città italiana o europea”.

La responsabilità è anche di Banca d’Italia e Consob che avrebbero dovuto vigilare sui fondi e come spiega l’analista,”se fossero intervenute in tempo, non saremmo arrivati fin qui”.

Fondi, AD Poste: “Concentriamoci su IRS”

Cosa succederà ora agli investitori dei fondi? Per chi ha comprato quote dellInvest Real Security, Poste Italiane ha previsto un rimborso in contanti per chi ha più di 80 anni e per tutti gli altri una polizia quinquennale Vita su cui versare le somme liquidate dal fondo.

E per gli altri 3 fondi, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha 1? Ieri l’ad di Poste Francesco Caio durante un’audizione alle commissione riunite di Finanze, Trasporti e Poste e telecomunicazioni. ha rimandato ogni iniziativa a quando avverrà il delisting.

“Per questi altri strumenti monitoriamo l’andamento, ma per ora ci concentriamo su Irs. Abbiamo vincoli ad agire solo quando avremo la contezza normativa e contabile sull’andamento delle quote: ogni iniziativa potrà esser messa in campo solo quando avverrà il delisting dei fondi“.

Caio difende l’operato dei suoi uffici affermando che non esercita alcuna pressione su questo o quel prodotto e quelli a rischio vengono venduti solo a clienti che dimostrino un’adeguata consapevolezza.

Nella ripartizione degli obiettivi tra gli uffici abbiamo degli strumenti che cercano capire anticipatamente quanta raccolta di risparmio si può fare su un territorio, a seconda della tipologia della popolazione di riferimento.