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FONDI: BIPOP, I DUBBI DEGLI INVESTITORI DI SERIE B

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Chi ha investito in Borsa su titoli Bipop, chi è cliente della banca nell’area del risparmio gestito, chi ha investito in fondi azionari Cisalpina. Sono tre le categorie di risparmiatori che in questi giorni si stanno domandando cosa succederà ai loro investimenti.

“Vorrei cortesemente conoscere una sua valutazione, relativamente all’andamento dei fondi della Cisalpina Gestioni Sgr in considerazione tra l’altro della situazione delle azioni BIPOP da qualche tempo nell’occhio del ciclone.

Inoltre, se reputa che la permormance particolarmente deledunte dei fondi azionari collocati dalla suddetta Sgr sia dovuta in parte anche alla considerevole percentuale di azioni BIPOP in portafoglio”.

Cordiali Saluti

Al lettore che ha inviato questa richiesta alla redazione di Morningstar.it, la risposta la dovranno dare nei prossimi giorni le autorità competenti, Banca d’Italia e Consob in primis. Morningstar, da parte sua, sta chiedendo da mesi a Cisalpina Gestioni sgr la composizione dei portafogli dei suoi fondi, senza ottenerne risposta alcuna. O meglio, la società ha negato a Morningstar, che pure raccoglie e analizza i portafogli di tutti i fondi autorizzati alla vendita in Italia, la disponibilità dei propri.

L’andamento del titolo in Borsa.

A chi si domanda se mai il titolo Bipop tornerà a riprendersi dal crollo di Borsa, la risposta risiede in parte nel consiglio di amministrazione della Banca in corso in queste ore, in parte nell’evoluzione della complessa vicenda venuta alla luce a partire dai giorni delle dimissioni dell’amministratore delegato Bruno Sonzogni che hanno portato alla sua sostituzione con il delfino Maurizio Cozzolini. Fino alla messa a punto del nuovo piano di rilancio industriale di cui si conoscono ad oggi solo le linee guida.

Il lecito dubbio di essere risparmiatore di serie B.

In linea di principio, tutti i risparmiatori hanno diritto a uguali trattamenti e questo lo sancisce, idealmente la Costituzione, praticamente il Testo Unico della Finanza. Ciò non toglie che la liberalizzazione tariffaria, che ha investito anche il mondo degli investimenti e del risparmio, permette a un risparmiatore di “contrattare” con la propria filiale bancaria tanto il tasso di interesse sul conto corrente quanto le commissioni di ingresso da pagare per acquistare un fondo. Consente altresì che, per scelte aziendali, una banca possa accordare a grandi clienti condizioni particolari di trattamento.

Non è invece prassi disporre trattamenti differenti per risparmiatori che scelgono le stesse gestioni patrimoniali standardizzate né tantomeno gli stessi fondi. In una parola, non è prassi offrire a una parte privilegiata della propria clientela un rendimento garantito su gestioni standardizzate né tantomeno su fondi che non siano per loro natura garantiti. Non è prassi perché si rischia di trovarsi nella situazione di dover ripagare al cliente un rendimento superiore a quello realmente conseguito sul mercato. Con la conseguenza che, a rimetterci le penne, siano i soci della banca.

Le autorità competenti, Banca d’Italia per gli aspetti generali della vicenda, Consob per la correttezza nella gestione dei fondi, dovranno fare piena luce sul lecito dubbio dei risparmiatori di serie B di essere stati sfavoriti per rimpinguare le tasche dei risparmiatori di serie A.

L’investimento in fondi Cisalpina.

C’è poi chi, come il lettore che ci ha scritto, teme che le performance dei fondi Cisalpina possano essere influenzate negativamente dalla presenza del titolo Bipop nei loro portafogli. A questi risparmiatori va ricordato che le operazioni in conflitto di interessi non sono vietate, fermo restando il rispetto da parte del gestore dei limiti sanciti dalla Banca d’Italia nel regolamento sugli oicr. Va detto, però, che queste operazioni in conflitto vanno adeguatamente evidenziate nel prospetto. Vale a dire, nulla vieta al gestore dei fondi Cisalpina di acquistare titoli Bipop, rispettando il regolamento Bankitalia e dicendolo nel prospetto informativo dei fondi.

In questo caso l’unico dubbio da fugare è che siano stati violati i limiti e a vigilare, in questo caso, è la Banca d’Italia che deve controllare il rispetto dei limiti, guardando dentro a quei portafogli su cui ogni mese i gestori devono inviare una piena informativa proprio alla Banca d’Italia.

Germana Martano è il Caporedattore di Morningstar.it, www.morningstar.it