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Flash Crash: ecco di chi e’ la colpa. La Sec non fa nomi, ma WSI si’

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Una vendita da $4.1 miliardi piazzata via computer da un singolo trader in soli 20 minuti. Questa la causa del “flash crash” dello scorso 6 maggio, quando in pochi minuti il Dow Jones Industrial Average precipito’ di 1000 punti a livello intraday, salvo poi recuperare quota.

Ci sono voluti quasi cinque mesi e 104 pagine di rapporto per permettere alla Sec, l’equivalente della Consob americana, e alla Commodity Futures Trading Commission di gettare luce su un episodio della finanza su cui e’ stato detto di tutto, persino di un dito troppo grosso che per sbaglio si supponeva avesse pigiato il tasto Billion (miliardi) anziche’ Million (milioni).

L’autorita’ di borsa pero’ non svela il nome di chi sia l’operatore “di peso” che ha utilizzato un sistema automatico basato su un algoritmo per un ordine di vendita di 75000 contratti E-mini, quello dei futures sull’S&P 500. Lo fa Reuters: con alla mano documenti interni dell’operatore di futures CME group, ha scoperto che si tratta di un money manager di Waddell & Reed Financial. L’agenzia di stampa ha comunicato di non essere riuscita a contattare la societa’ interessata.

Secondo la ricostruzione delle autorita’, quell’ordine di vendita diede il la’ a un effetto poi amplificato da un mercato caratterizzato da un’insolita alta volatilita’ e da scarsa liquidita’ andando a intaccare non solo i contratti E-mini ma anche le borse. Il tutto in un contesto gia’ teso “a causa della crisi del debito europea”, hanno spiegato le due autorita’ di regolamentazione americane.