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Fisco: Svizzera e Italia verso intesa prima delle elezioni

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Milano – Italia e Svizzera lavorano per trovare un accordo sulla questione fiscale entro la fine della legislatura e la scadenza dell’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti.

Lo ha detto l’ambasciatore svizzero in Italia, Bernardino Regazzoni, in un’intervista concessa a Reuters a margine dell’inaugurazione di uno spazio eventi della Camera di Commercio Svizzera a Milano.

“E’ emersa la volontà di concludere prima della scadenza della legislatura”, ha risposto l’ambasciatore alla domanda relativa alle conclusioni dell’ultimo incontro del gruppo di lavoro italo-elvetico sulla questione fiscale, avvenuto lo scorso 24 settembre a Berna.

Lo scorso giugno Italia e Svizzera hanno ufficializzato l’apertura di un dialogo per arrivare, tra l’altro, alla tassazione dei capitali italiani depositati oltre confine e ignoti al fisco italiano, il cui valore è stimato tra 120-150 miliardi di euro.

Attraverso la definizione di un’aliquota ‘una tantum’ e poi di un’altra ritenuta a regime – sul modello delle intese già siglate tra la Svizzera e altri Paesi – lo Stato italiano si troverebbe nelle mani un ‘tesoretto’ utile in un momento in cui sono allo studio diverse soluzioni per ridurre il debito pubblico.

Ma il negoziato tra Berna e Roma verte su un pacchetto più ampio, che comprende anche la rivisitazione della doppia imposizione, la questione delle due blacklist italiane in cui figura la Svizzera e la tassazione dei lavoratori frontalieri.

Un insieme articolato e complesso, che di certo non ha velocizzato le trattative, tanto da far emergere dubbi sulla fattibilità di un’intesa prima della tornata elettorale italiana. Dubbi che nell’ultimo incontro appaiono fugati.

“E’ stata definita un’agenda e una tempistica”, ha assicurato l’ambasciatore.