Economia

Fink (BlackRock): “debito italiano non si abbatte con le strette di bilancio, ma accelerando la crescita”

L’unico modo per abbattere il debito pubblico italiano, che viaggia veloce verso i 3 mila miliardi, è dare benzina alla crescita, non puntare sulle strette di bilancio. “Se l’Italia riuscisse a crescere al 2% invece che all’1%, i deficit diventerebbero molto più piccoli in rapporto al Pil” ha spiegato Larry Fink, numero uno di BlackRock,  società di investimento Usa con quasi diecimila miliardi di dollari di attivi, in un’intervista al Corriere della Sera, aggiungendo:

“Deficit pubblici come quello qui in Italia o negli Stati Uniti stanno diventando molto difficili, mi preoccupano. Ma l’unico modo in cui possiamo risolverli è attraverso la crescita, non con le strette di bilancio. Una stretta non fa che contrarre l’economia, peggiorando a sua volta i deficit. Invece dobbiamo chiederci come accelerare la crescita. Sono convinto che ogni governo debba rendere più efficiente la burocrazia dei permessi. Perché servono sette anni per un permesso per installare infrastrutture, tecnologie verdi o una centrale nucleare civile? La Cina e Abu Dhabi sviluppano energia nucleare ogni giorno. Sbagliano loro o sbagliamo noi?”.

Protezionismo alimenta l’inflazione

Fink ha posto l’accetto sui rischi che populismo e protezionismo possono avere sul fronte economico.

Primo fra tutti l’inflazione. “Ogni paese si sta concentrando di più sul protezionismo, e il protezionismo è inflazionistico. E’ uno dei motivi per cui l’inflazione resterà più alta più a lungo” ha spiegati Fink, aggiungendo che questo fenomeno colpisce le fasce più povere della popolazione ” non danneggia il 25% più ricco, ma il più povero”.

Questo perché, spiega il numero uno della società Usa “il 25% superiore dell’economia ha risparmiato e ora ha un surplus di fondi” che, grazie al recente andamento positivo dei rendimenti degli investimenti, continua a crescere. ” Invece il 25% più povero deve affrontare tassi di interesse più elevati sui mutui o sul credito al consumo, perché queste sono le persone che si indebitano. E ora stanno pagando tassi di interesse molto alti”.

A proposito dei mercati, e dei nuovi massimi toccati dalla Borse toccato in un fase di crescenti rischi geopolitic, Fink ha affermato che malgrado l’instabilità “nel complesso le economie stanno andando piuttosto bene e le aziende mostrano tenuta. Il maggiore problema è il nostro umore. E il populismo. Non ci sono abbastanza leader che parlano di ottimismo. Certo le questioni geopolitiche sono serie. Sono tragedie, spaventano. Ma sono isolate nell’economia mondiale”.

Intelligenza artificiale

Uno sguardo infine all’intelligenza artificiale, su cui Fink ha un’opinione decisamente positiva anche in termini di occupazione. Secondo l’investitore Usa, l’intelligenza artificiale cambierà molti posti di lavoro nel settore dei servizi, ma non ne eliminerà:
“Dovremmo abbracciare tutti l’intelligenza artificiale, ma richiede istruzione e centinaia di miliardi, se non migliaia di miliardi di dollari, di finanziamenti pubblico-privati. I nuovi data center per l’intelligenza artificiale richiederanno un Gigawatt di potenza. E’ inaudito. E’ l’energia assorbita da una piccola città, solo per un data center. Parliamo di un investimento di 30 miliardi di dollari”.