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FIAT, SANPAOLO SPIAZZA LA BORSA. MARCHIONNE ACCUSA

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(WSI) – I blitz di Monte Paschi e Sanpaolo Imi sulla Fiat provoca contraccolpi pesanti in Borsa per il titolo del Lingotto, arrivati a cedere oltre il 6%, chiudendo al prezzo di riferimento di 7,82 euro (-5,8%); i volumi sono stati stati altissimi: sono passate di mano oltre 62 milioni di azioni, contro una media dell’ultimo mese di circa 12 milioni di pezzi.

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Si tratta del 5,6% del capitale ordinario. Il ribasso delle Fiat ha trascinato giù anche le Ifil (-1,7%) e le Ifi privilegio (-2,98%).
A dare il “la” alle vendite è stata la notizia, in prima mattina, che Mps ha collocato il 2,7% circa del capitale ordinario Fiat alle banche d’affari Jp Morgan e Goldman Sachs che a loro volta lo hanno offerto a investitori istituzionali al prezzo di 8,25 euro per azione. Dopo poche ore, a metà giornata, la stessa mossa è stata annunciata anche dal Sanpaolo Imi: l’istituto torinese ha collocato il 3,5% circa del capitale ordinario del Lingotto a 8,08 euro attraverso la banca d’affari Merrill Lynch.

L’annuncio del Sanpaolo è arrivato come una vera doccia fredda sul mercato e ha innescato una nuova febbrile raffica di vendite proprio mentre le perdite del titolo si stavano assorbendo. Mps e Sanpaolo Imi si erano trovati a detenere azioni Fiat a seguito della conversione del prestito concesso al Lingotto nel 2002 ed esercitato lo scorso autunno. «L’afflusso di carta sul mercato ha finito per pesare sulle quotazioni del Lingotto – ha commentato un operatore – peraltro gli investitori a questo punto temono che anche le altre banche che detengono azioni Fiat possano dismetterle dai portafogli nei prossimi giorni». «La mossa del Sanpaolo ha un spiazzato il mercato», ha fatto eco un altro trader. Ora, dunque, i riflettori del mercato sono puntati sulle altre banche del convertendo. Capitalia (6% delle azioni ordinarie Fiat) e Intesa (3,8%) si sono espresse con toni rassicuranti, Unicredito (5,7%) con l’amministratore delegato Alessandro Profumo ha deciso di non commentare.

Intanto il gruppo guidato da Sergio Marchionne incassa la promozione di Fitch, che ha alzato l’outlook del rating da negativo a stabile e ha confermato i rating BB- per il debito senior unsecured e B per quello a breve. «Non siamo preoccupati – ha detto poi ancora Marchionne – dall’uscita delle banche dall’azionariato Fiat a seguito del convertendo e avevamo affermato pubblicamente di essere disponibili a collaborare con loro per il collocamento dei titoli sul mercato. Gli istituti di credito avevano dichiarato che, al momento del disimpegno avrebbero fatto in modo di non creare turbativa nei mercati.

Quando vengono effettuate operazioni di questo tipo, è prassi che chi cede le azioni informi preventivamente la società oggetto della vendita. Noi siamo stati avvertiti soltanto da Monte Paschi, che peraltro aveva sempre espresso la volontà di cedere le azioni in suo possesso». Secondo Marchionne «il valore delle azioni Fiat ha un significativo potenziale di crescita, collegato ai risultati raggiunti e agli obiettivi che ci siamo posti per il 2006 e per il 2007 e che confermiamo. Il lavoro fatto e le buone prospettive per il futuro sono stati riconosciuti oggi dall’agenzia di rating Fitch, secondo la quale il Lingotto sta migliorando sia dal punto di vista finanziario sia industriale.

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