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FEDERAL RESERVE: QUALE EXIT STRATEGY?

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno chiuso la sessione in lieve calo con il differenziale 2-10 anni a 205 pb. Continua invece a salire il differenziale sul decennale Italia-Germania portatosi a 87 pb da 84, mentre sul monetario il tasso Euribor tre mesi ha registrato un nuovo minimo storico a 0,813%. In area Euro la seconda lettura del Pil del secondo trimestre ha confermato il calo preliminare dello 0,1% t/t.

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All’interno si evidenzia un contributo negativo da parte di investimenti e scorte, mentre è tornato in positivo il contributo da parte dei consumi. Oggi l’attenzione sarà focalizzata sulla riunione della Bce che non dovrebbe apportare modifiche all’attuale tasso di riferimento, ma soprattutto sulla conferenza stampa di Trichet che potrebbe dare delle indicazioni sull’asta di rifinanziamento a lungo termine in calendario il 29 settembre inerenti la possibilità di aggiungere o meno uno spread all’attuale tasso.

Ricordiamo inoltre che oggi la Bce rilascerà le nuove stime di crescita ed inflazione, che considerati gli ultimi dati migliori delle attese, potrebbero evidenziare un miglioramento delle stime di crescita per il 2010. Segnaliamo che nel frattempo in Germania sono andati esauriti definitivamente ieri i 5Mld€ di fondi stanziati per il piano di rottamazione auto che originariamente aveva come scadenza fine 2009. Negli Usa tassi di mercato in marcato calo, soprattutto sul comparto a lungo termine della curva dove si è registrato un sensibile calo delle aspettative di inflazione misurate in via d’approssimazione mediante le c.d. breakeven inflation.

Queste ultime sono scese di ben 6pb sul comparto decennale. Sul mercato obbligazionario ha impattato il contenuto delle minute del Fomc di metà agosto, in cui si legge: “la maggior parte dei partecipanti si attende un recupero lento dell’economia durante il secondo semestre 2009. Tutti i partecipanti percepiscono l’economia ancora vulnerabile a shock avversi”. Sul fronte inflazione lo scenario prevalente all’interno del board è quello di spinte contenute nei prossimi anni con alcuni membri che hanno però segnalato considerevoli rischi di disinflazione. In altri termini, i membri della Fed avvertono ancora i rischi insiti nei segnali di recupero dell’economia con davanti uno scenario che non da preoccupazione sul fronte prezzi.

Non mancano voci fuori dal coro, come ad esempio Plosser presidente della Fed di Filadelfia e attualmente membro non votante, il quale, pur condividendo che non vi sono rischi di esplosione dell’inflazione nei prossimi mesi, mette però in guardia sulla necessità che nel prossimo futuro la Fed proceda a rialzi aggressivi dei tassi per evitare forti rischi inflattivi. Il tema delle c.d. exit strategy è molto dibattuto questi giorni, e lo sarà probabilmente anche nel corso del prossimo G-20.

Sul fronte macro nel secondo trimestre la produttività è cresciuta al tasso annualizzato maggiore degli ultimi sei anni. Si tratta del riflesso dei forti tagli occupazionali che hanno consentito forti risparmi di costi delle aziende che in parte sono risultati evidenti anche nel corso delle recenti trimestrali. Nel breve confermiamo il supporto sul decennale a quota 3,25%.

Valute: il Dollaro ha recuperato la tipica correlazione con i mercati azionari: in una giornata di listini poco variati pertanto anche il Dollaro è rimasto sotto quota 1,43. Nel breve è confermato il supporto a 1,4180. Poco volatile lo Yen nel corso della notte. Il cross verso Dollaro continua a stazionare poco sopra il supporto collocato a 91,75. Quello verso Euro continua a rimanere compreso tra il supporto 130 e le resistenze 132,30-133. Pressoché invariato lo Yuan cinese vs Dollaro dopo la notizia che la Cina acquisterà 50 Mld$ di bond emessi dal Fmi.

Materie Prime: tra gli energetici, invariato il prezzo del greggio intorno ai 68$/barile. Contrastati i metalli industriali con il rialzo del piombo (+1,8%) ed il calo di rame (-0,5%) e nichel (-0,9%). Positivi i metalli preziosi con argento (+2%) ed oro (+2,2%). Tra gli agricoli in rialzo cacao (+1,2%) e caffè (+1%), in calo grano (-0,5%) e soia (-0,5%).

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