Economia

Fed vede schiarita sull’economia Usa. E dice no ai tassi negativi

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Nonostante permangano”rischi significativi” per l’espansione economica globale portati dalla debolezza del settore manifatturiero, del commercio e degli investimenti aziendali, il cielo sopra l’economia Usa sembra meno grigio rispetto a qualche mese fa.

È quanto emerge dai verbali relativi all’incontro del 29-30 ottobre del braccio di politica monetaria della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. In quella occasione, il Federal Open Market Committee decise di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base per la terza volta da luglio, portandoli a 1,50-1,75%. Una decisione presa all’unanimità.

Stando alle minute, il taglio dei tassi è stato visto dai componenti dell’Fomc come necessario per far fronte al rallentamento dell’economia globale e al basso tasso di inflazione.

Escluso per ora nuovo taglio tassi

Guardando al futuro, i funzionari della Fed sono comunque apparsi più ottimisti rispetto a sei settimane prima, “vedendo generalmente l’outlook economico come positivo”. Pur rimanendo “elevate”, le incertezze associate alle tensioni commerciali e ai rischi geopolitici si sarebbero “attutite”. Secondo la Fed, non dovrebbero essere necessari altri tagli dei tassi, a meno che le condizioni economiche non cambino in modo “significativo”.

No ai tassi negativi

I membri del Federal Open Market Committee (Fomc) hanno inoltre respinto, almeno per ora, l’ipotesi di un’introduzione di tassi negativi negli Stati Uniti. Ipotesi avanzata dal presidente Usa, Donald Trump. Tutti i partecipanti hanno ritenuto che i tassi di interesse negativi al momento non sembravano essere uno strumento di politica monetaria attraente negli Stati Uniti”.

I partecipanti alla riunione, si legge ancora, “hanno commentato che esisteva un campo di applicazione limitato per portare il tasso nel territorio negativo” e che i benefici dai tassi negativi, come avvenuto in altre aree del modo, non erano convincenti.

“Non è chiaro quali potrebbero essere i benefici” a favore delle famiglie e delle imprese. I tassi negativi, invece, sostengono, “potrebbero avere effetti negativi più significativi sul funzionamento del mercato e sulla stabilità finanziaria” negli Usa piuttosto che nelle altre aree del mondo. “Nonostante queste considerazioni, i partecipanti non hanno escluso la possibilità che possano sorgere circostanze in cui potrebbe essere opportuno rivalutare il ruolo potenziale dei tassi di interesse negativi come strumento politico”.