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Fed lascerà tassi fermi, inflazione è diventata un problema

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Ultimi interventi delle banche centrali prima della pausa estiva. Dopo che la Bce, per bocca di Mario Draghi, ha ritenuto appropriato mantenere l’easing bias sugli acquisti, la parola passa al Federal Open Market Committee della Fed che si pronuncerà mercoledí.

In seguito alle dichiarazioni della Yellen rilasciate la scorsa settimana, è scontato che, in materia di tassi guida, la Banca Centrale Americana rinvierà ogni decisione a settembre, dopo che a giugno i tassi di interesse erano stati alzati, per la seconda volta nel 2017, a un range tra 1 e 1,25%.

Prima di procedere ad una nuova stretta monetaria, la Fed dovrà risolvere la crescente confusione sull’inflazione che, nonostante l’aumento dei salari e dell’inflazione, sembra non dare ancora segnali di ripresa nei target del 2% fissati dalla Fed.

Gli analisti tuttavia cercheranno di ottenere, quanto più possibile, dalle parole della Yellen indicazioni sui prossimi rialzi dei tassi di interesse e sulle tempistiche del piano di riduzione del bilancio da 4.500 miliardi dell’Istituto centrale americano.

Di sicuro sula tavolo della riunione del  25-26 luglio finirà il fascicolo sull’inizio del tapering. Il piano della Fed per ridurre il suo portafoglio di bond – dicono gli analisti – potrebbe anche spingere in alto tassi di prestito a lungo termine per le imprese e interessi ipotecari nel settore immobiliare.

Le novità nelle prossime settimane non dovrebbero tuttavia mancare. Grandi decisioni verranno con tutta probabilità prese al supersummit di fine agosto a Jackson Hole, e poiché quest’anno sulle montagne del Wyoming ritornerà anche il numero uno della Bce Mario Draghi, è quello l’appuntamento cui guardano gli operatori.

La scommessa dei mercati è ovviamente su un pre-annuncio di fatto coordinato, dell’una e dell’altro (la cui ultima partecipazione al simposio americano anticipò quel Quantitative Easing ora sulla via dell’ammorbidimento).

Secondo i 41 economisti interpellati da Bloomberg la Fed annuncerà i tempi e i modi del piano di riduzione del bilancio ‘monstre’ alla riunione di settembre e aspetterà dicembre prima di imporre un nuovo rialzo dei tassi dopo i tre decisi a marzo 2017, dicembre 2016 e dicembre 2015.