Economia

Jackson Hole, per la Fed nuovo target su inflazione: potrà salire sopra il 2%

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Nel corso del suo intervento online al meeting di Jackson Hole il presidente della Fed Jerome Powell ha illustrato le decisioni prese dal Federal open market committee, l’organo della Fed responsabile per le decisioni sulla politica monetaria, in  merito alle linee guida relative al conseguimento degli obiettivi a lungo termine.
In un mondo a tassi zero è necessario avere nuovi strumenti a disposizione devono avere pensato a Washington.

Le modifiche apportate sono facilmente interpretabili come un’apertura programmatica a una politica monetaria più espansiva da parte della Fed volta a favorire la crescita della congiuntura Usa.
Stando agli aggiornamenti della Statement on Longer-Run Goals and Monetary Policy Strategy, il Fomc ha precisato che l’obiettivo della massima occupazione sarà perseguito sulla base della “valutazione delle mancanze occupazionali rispetto al suo livello massimo”. Nella dicitura precedente si faceva riferimento a “deviazioni dal livello massimo”, un termine che poteva anche includere una deviazione verso un mercato del lavoro eccessivamente stretto.

La modifica più importante, tuttavia, riguarda l’obiettivo sulla stabilità dei prezzi. Essa rimane attestata a un livello 2% di inflazione, ma questa soglia dovrà essere raggiunta nella media spalmata nel tempo e non in momento preciso.
A tal fine, la Statement revisionata afferma che “dopo i periodi in cui l’inflazione è rimasta costantemente al di sotto del 2%, una politica monetaria appropriata mirerà probabilmente a raggiungere un’inflazione moderatamente superiore al 2% per qualche tempo”. Che cosa può significare questa presa di posizione? Probabilmente si sposterà nettamente più avanti il momento in cui la Fed opterà per un nuovo rialzo dei tassi. Inoltre, la ripresa economica, e in particolare il recupero dell’occupazione, assumeranno un peso ancor più rilevante nelle decisioni di politica monetaria a discapito del contenimento dell’inflazione entro il limite del 2%.

Come aveva messo in luce Jack Janasiewicz gestore di Natixis Investment Managers, “l’economia deve riscaldarsi per innescare quel recupero necessario a colmare il gap creato dalla crisi”; pertanto “è necessaria una politica di ‘recupero’ che forse richiede l’individuazione di un target in termini di livello nominale del Pil permettendo forse all’inflazione di superare per un certo periodo la soglia del 2%”. E’ esattamente quanto è stato deciso dal Fomc.

Sul sito ufficiale della Fed viene chiarito che “gli aggiornamenti” alle linee guida strategiche, “riconoscono esplicitamente le sfide per la politica monetaria poste da un contesto di tassi di interesse costantemente bassi”.
“Negli Stati Uniti e in tutto il mondo”, ha proseguito la nota, “è più probabile che i tassi di interesse della politica monetaria saranno limitati dal loro limite inferiore effettivo rispetto al passato”.

Il commento di Powell

“L’economia è in continua evoluzione e la strategia del Fomc per raggiungere i suoi obiettivi deve adattarsi per affrontare le nuove sfide che si presentano”, ha affermato il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, “la nostra revisione riflette l’apprezzamento nei confronti dei benefici di un mercato del lavoro forte, in particolare nelle comunità a reddito basso e moderato” in aggiunta alla consapevolezza che “un mercato del lavoro solido può essere sostenuto senza causare un aumento indesiderato dell’inflazione”. Insomma la Federal Reserve sarà più vicina all’economia a stelle e strisce di quanto non lo è stata in passato.