Società

FED: GREENSPAN DOVREBBE RASSICURARE I MERCATI

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La Federal Reserve ha spinto l’acceleratore per parecchio tempo, cercando di dare all’economia il gas necessario a farla avanzare.

La strategia della Fed ha avuto successo, vista la debolezza della recessione e la rapidita’ con cui la ripresa e’ seguita al crollo dell’economia dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.

I tagli ai tassi operati dalla Fed hanno agevolato alcuni settori chiave dell’economia, sensibili all’andamento dei tassi, in particolare i comparti degli immobili residenziali e quello automobilistico.

I recenti dati economici, pero’, suggeriscono chiaramente che non c’e’ piu’ bisogno di alcun taglio ai tassi e che le riduzioni dello scorso autunno, che hanno portato i tassi dei fed funds dal 3,5% del 10 settembre all’attuale 1,75%, potrebbero essere vicine al punto di inversione.

Martedi’, giorno in cui la Federal Reserve s’incontra di nuovo per decidere il corso della politica monetaria, i partecipanti al mercato azionario cercheranno segnali che indichino che la Fed si sta inesorabilmente muovendo verso l’aumento dei tassi d’interesse.

Infatti, i livelli attuali dei future sui fed funds indicano che gli investitori credono che ci sia circa il 75% di probabilita’ che la Fed aumenti di 25 punti base il target sui tassi di rifinanziamento (overnight) al prossimo incontro del 7 maggio.

Una dichiarazione neutrale della Fed

Il primo elemento in base al quale i partecipanti ai mercati azionari che prenderanno in considerazione per vedere se la Fed ha mutato la sua politica verso un orientamento neutrale e’ la cosidetta dicharazione di bilancio del rischio, che dovrebbe essere in coda alla comunicazione resa nota dal Federal Open Market Committee (Fomc) verso le 20:15 (le 14:15 ora di New York)di questo pomeriggio.

Da notare che in ognuna delle dichiarazioni sulla politica monetaria presentate dal gennaio 2000, quando la Fed ha iniziato ad aggiungere un commento sul bilancio del rischio, la banca centrale americana ha indicato che il bilancio del rischio pendeva verso un indebolimento dell’economia.

Queste le parole usate dal Fomc:

“Contro uno scenario obiettivi a lungo termine di stabilita’ dei prezzi e crescita sostenibile dell’economia e di informazioni attualmente disponibili, il rischio pende verso condizioni che potrebbero generare debolezza economica nel prossimo futuro”.

Com’e’ una dichiarazione di politica neutrale? In un comunicato stampa del 19 gennaio 2000, la Fed ha spiegato che dovrebbe essere cosi’:

“Contro uno scenario di obiettivi a lungo termine di stabilita’ dei prezzi e crescita sostenibile dell’economia e di informazioni attualmente disponibili, il rischio pende verso condizioni bilanciate rispetto alla prospettiva di entrambi gli obiettivi”.

Sembra abbastanza semplice.

In realta’, pero’, per ottenere la voluta risposta del mercato e per dare il quadro della vera posizione della sua politica, la Fed deve calibrare l’intera dichiarazione sulla sua politica.

Ad esempio, poiche’ gli investitori credono che lo spostamento verso una posizione neutrale sia la logica progressione in un mutamento verso l’eventuale aumento dei tassi d’interesse, la Fed potrebbe indicare che la crescita dei tassi non e’ necessariamente all’orizzonte nonostante lo spostamento verso una posizione neutrale.

Per poter fare cio’ la Fed dovrebbe includere un cauto esame dell’economia che implichi che l’aumento dei tassi non sia imminente o, se imminente, non sia di ampia portata.

La Fed dovrebbe fare questo nei paragrafi che precedono la dichiarazione sul bilancio del rischio.

Se, d’altro canto, la dichiarazione sul bilancio del rischio indica ancora una volta che la Fed crede che i rischi pendano verso condizioni che possono generare debolezza economica, la Fed dovrebbe mettere l’economia sotto una luce piu’ positiva per far sapere ai mercati che “mentre non siamo completamente fuori dalla tempesta, dovreste continuare a credere che la nostra prossima mossa sara’ quella di aumentare i tassi, anche se prevedete che gli aumenti arriveranno troppo presto e saranno troppo imponenti”.

La Fed dovrebbe infatti segnalare che solo perche’ i tagli ai tassi sono stati imponenti, non significa che gli aumenti lo saranno altrettanto.

Dopo tutto, la ragion d’essere del presidente della Federal Reserve Alan Greenspan e’ stata quella di minimizzare l’ampiezza delle oscillazioni del ciclo degli affari per massimizzare la prosperita’ economica.

Tassi d’interesse bassi e stabili sono uno dei mezzi per raggiungere l’obiettivo che Greenspan e’ andato via via perseguendo durante tutto il suo mandato. Un operato quello del presidente della Fed che non dovrebbe stravolgere l’ordine delle priorita’ ora che ci avviciniamo al termine del mandato

Il rallentamento dell’economia potrebbe mitigare la stretta della Fed

L’incentivo da parte della Banca Centrale Usa ad aumentare i tassi d’interesse e’ bassa se osserviamo un dato chiave: l’utilizzazione della capacita’ produttiva, un indicatore indispensabile per capire quanto le risorse economiche siano utilizzate.

La tabella seguente mostra che il livello attuale di impiego della capacita’ e’ storicamente molto basso. E’ importante notare che negli ultimi venti anni in ogni caso in cui la Fed si e’ imbarcata in una politica di aumento dei tassi, il tasso di utilizzazione della capacita’ era di oltre l’80%.






























INIZIO DEL PERIODO DI RIALZO SUI TASSI
D’INTERESSE
TASSO DI UTILIZZAZIONE ALL’INIZIO DEL RIALZO
DEI TASSI D’INTERESSE
Giugno 1999 84,4 *
Marzo 1997 83,3
Febraio 1994 82,0
Aprile 1988 83,7
Aprile 1987 80,5
Marzo 1984 80,8

Al momento, c’e’ cosi’ tanta capacita’ non utilizzata nell’economia (nelle telecomunicazioni ad esempio e’ al massimo) che la Fed non e’ preoccupata del surriscaldamento dell’economia e dell’inflazione che di solito ne deriva. Questo e’ quanto gli aumenti dei tassi intendono evitare.

La pressione ad aumentare i tassi dovrebbe anche essere trattentuta dalla mancanza di sostanziali miglioramenti nel mercato del lavoro.

Sebbene la perdita di posti di lavoro si e’ ridotta, la crescita occupazionale e’ ancora troppo lenta per abbassare il tasso di disoccupazione; l’aumento dei posti di lavoro dovrebbe superare le 150.000 unita’ al mese per abbassare il tasso di disoccupazione poiche’ la crescita mensile della forza lavoro, dovuta all’aumento della popolazione, e’ di circa 150.000 unita’.

Secondo un’altra misura, pero’, la Fed dovrebbe alzare il tasso dei fed funds dal livello corrente di 1,75% ad almeno il 2,50%.

La misura e’ quella del tasso reale dei fed funds, cioe’ il tasso al netto dell’inflazione.

Di solito, la Fed mantiene il tasso dei fed funds al di sotto di quello dell’inflazione solo in periodi di acuta debolezza economica.

La banca centrale Usa fa questo per aiutare a incoraggiare i consumatori e le aziende a investire piuttosto che risparmiare (ad esempio nel settore immobiliare dove l’apprezzamento dell’immobile supererebbe i guadagni derivanti dal risparmio al netto dell’imnflazione).

Quando pero’ la Fed vede i rischi dell’economia equamente bilanciati, di solito mantiene i tassi dei fed funds allo stesso livello – o generalmente- al di sopra del tasso d’inflazione.

La Fed potrebbe facilmente riportare il tasso reale dei fed funds in territorio positivo nel corso di vari incontri e non ha bisogno di farlo di punto in bianco, soprattutto alla luce del basso livello di utilizzazione della capacita’produttiva.

Questi sono solo alcuni dei molti fattori che la Fed prendera’ in considerazione nei prossimi mesi mentre procede con la formulazione della politica monetaria.

Con forze che tirano la Fed da entrambi i lati, un progressivo e moderato aumento dei tassi sembra essere per ora la migliore scommessa.

*Anthony Crescenzi e’ capo analista della sezione Capital Markets alla boutique finanziaria Miller Tabak & Co.