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FED: CRESCE L’ATTESA PER UN ALTRO RIALZO DEI TASSI

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Vigilia di attesa per la due giorni di riunioni del Federal Open Market Committee (Fomc), il board della Federal Reserve, che dovrebbe approvare un nuovo, leggero intervento sui tassi d’interesse, pari allo 0,25%, fino a portarli al 3,25%.

La decisione, contrariamente alle prime previsioni, potrebbe essere più sofferta per la complessità della congiuntura nella quale continuano – sia pure in un contesto all’apparenza tonico – a moltiplicarsi gli indicatori del rallentamento dell’economia soprattutto sul versante del settore manifatturiero. In altri termini, il rialzo del costo del denaro porta con sé i timori di una stretta anche sull’economia, già messa a dura prova, tra l’altro, per le quotazioni record del petrolio.

Per Alan Greenspan il compito non appare semplice: prossimo al pensionamento – atteso, salvo proroghe straordinarie, per gennaio 2006 – il presidente della Fed ha sempre ripetuto di voler lasciare il timone della Banca centrale con economia e tassi d’interesse su “livelli equilibrati”. Difficile che, nell’immediato, possa variare il movimento di crescita dei tassi “a passo misurato”, ma ora è molto più concreta una revisione di medio periodo delle linee guida.

A un anno esatto dall’inizio della manovra rialzista, la Federal Reserve dovrebbe quindi approvare, dal minimo altrettanto storico dei Fed Funds all’1% di giugno 2004, il nono scatto consecutivo da 0,25 punti percentuali, essendo la situazione economica attuale – secondo gran parte degli analisti – non molto diversa (ma con qualche timore in più) dalle ultime due o tre riunioni del Fomc.

Sul fronte macroeconomico, inoltre, con il rallentamento del greggio a ridosso dei 59 dollari, si segnala un’impennata dell’ indice di fiducia dei consumatori misurato dal Conference Board, salito a 105,8, cioé ai massimi dal giugno del 2002. Più che la stretta dei tassi, la vera attesa è come al solito sulla nota di spiegazione che accompagna le decisioni del Fomc: se giovedì non dovesse giungere alcuna sorpresa (o motivazione chiara), Greenspan potrebbe trovarsi di fronte al fuoco incrociato del Congresso, nel corso della sua ultima testimonianza semestrale sull’economia in programma a luglio.