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Da Fca a Tesla: l’industria si converte alla produzione di ventilatori polmonari

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Fiat Chrysler Automobiles, Marelli, Ferrari e, dall’altra parte dell’Oceano, Tesla, potrebbero convertire parte della produzione verso macchinari per la respirazione cruciali per il trattamento dei pazienti colpiti dalle forme più gravi del coronavirus. La riconversione della produzione industriale, in tempi di guerra, non è certo una novità. Se negli anni ’10 del Novecento la Fiat dava il suo contributo al Paese sfornando mitragliatrici, oggi che il “fronte” si dispiega negli ospedali sono i ventilatori polmonari gli strumenti di sopravvivenza più preziosi.

I costruttori automobilistici italiani hanno avviato, dunque, le trattative con l’unica società tricolore attualmente in grado di produrre queste apparecchiature sanitarie, Siare Engineering.
A dare notizia è stato Gianluca Preziosa, ad della stessa Siare: “Stiamo parlando con Fca, Ferrari e MArelli per cercare di capire se possono darci una mano per la parte elettronica”. La società, alla quale il governo ha richiesto di moltiplicare sforzi e produzione di ventilatori, dalle 165 alle 500 unità mensili, non potrebbe reggere la richiesta senza esternalizzare parte della produzione in altri stabilimenti. L’incontro fra i vertici di Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla Fca e Ferrari, e Siare è avvenuto nella giornata di giovedì

Secondo quanto riportato da Reuters, sarebbe lo storico stabilimento Ferrari di Maranello, non distante dalla sede Siare, quello ideale per dirottare parte della nuova produzione di ventilatori polmonari. La decisione finale in merito, comunque, deve essere ancora essere confermata.

 

Pronti a produrre anche mascherine

Quello di Fca e Ferrari non sarebbe il primo episodio di riconversione industriale per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia in Italia: la Modaimpresa di Miranda (Isernia), ad esempio, è passata dai capi d’abbigliamento alla produzione di mascherine con filtro. Oppure la Pietri Srl-Il Ghiro materassi, un’azienda tessile di Bonorva (Sassari) che sta già producendo 2mila mascherine al giorno con l’obiettivo di arrivare a 10mila entro la prossima settimana. E ancora, la Dreoni Giovanna di Vaiano (Prato,) attiva nel settore della tappezzeria per auto e dell’abbigliamento in tessuto tecnico, è passata alla produzione di 2mila mascherine al giorno.

In Francia, poi, il colosso della moda Lvmh (holding che comprende Louis Vuitton, Fendi, Dior) ha annunciato che destinerà le sue unità profumi alla produzione di gel disinfettante.

Tesla pronta a costruire ventilatori

Negli Stati Uniti, con gli effetti della pandemia che si stanno rapidamente diffondendo a tutto il Paese anche Tesla ha dato la sua disponibilità a produrre ventilatori polmonari: lo ha dichiarato via Twitter il fondatore della casa automobilistica, Elon Musk.
“Li costruiremo se verranno a mancare”, ha scritto Musk rispondendo a una domanda del guru delle previsioni Nate Silver. Il ceo di Tesla ha poi precisato: “I ventilatori non sono difficili [da fare], ma non possono essere prodotti all’istante. Quali ospedali avrebbero le mancanze di cui parli al momento?” ha chiesto a Silver, mettendo in chiaro che per società che producono astronavi come SpaceX i ventilatori polmonari sono pienamente alla portata.