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Farage: Brexit a rischio, bookmaker puntano su Corbyn premier

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Dopo il risultato scioccante delle elezioni politiche anticipate, che lascia il Regno Unito con un parlamento spaccato in due tra destra e sinistra, Nigel Farage – ex leader del partito anti europeista dell’UKIP – ha avvertito che la Brexit ora “è a rischio”. Se il leader laburista Jeremy Corbyn dovesse formare una coalizione di governo, Farage, ritiratosi dalla scena dopo l’esito del referendum sulla Brexit del 23 giugno scorso, dice che non “avrebbe altre scelta” se non quella di tornare a fare politica nel Regno Unito.

I conservatori avevano deciso di indire elezioni anticipate lampo l’8 giugno per rafforzare la linea dura nei negoziati sulla Brexit con l’Unione Europea e hanno clamorosamente perso la loro scommessa. La premier Theresa May avrebbe potuto accontentarsi di altri tre anni di governabilità e invece ha preferito fidarsi dei sondaggi che ad aprile davano ai Tories addirittura una ventina di punti di vantaggio sui rivali del Labour.

Mentre May si appresta ad andare a Buckingham Palace per chiedere alla Regina il permesso di formare un governo di minoranza con l’appoggio del partito degli unionisti democratici dell’Irlanda del Nord, formazione pro Brexit, i bookmaker inglesi puntano su un governo guidato da Corbyn. Le quote danno infatti lo scenario che vedrebbe il leader laburista premier come maggiormente probabile di una continuazione della leadership dei Tories.

Tim Farron è il leader dei LibDem, mentre Boris Johnson è il ministro degli Esteri in carica

Un vero choc per i mercati, sterlina soffre

Per i mercati il risultato delle elezioni politiche è stato un “vero choc” dal momento che, come i sondaggi suggerivano, ci si aspettava che i Conservatori aumentassero la loro maggioranza in parlamento (di 17 seggi) e non che la vedessero ridotta. Con 318 seggi sui 650 a disposizione, May e i suoi non possono più permettersi di governare da soli. Se ci si basa sui risultati disponibili al momento, il partito al governo ha perso 12 seggi rispetto alle elezioni del 2015, mentre il Labour ne ha guadagnati 29 arrivando a quota 261.

“Non c’è alcuna sensazione di stabilità e solidità nel mercato valutario dopo questo voto. La sterlina è caduta nel corso della notte e questo potrebbe essere solo l’inizio, con un’alta probabilità che la volatilità rimanga elevata. Una volta che le conseguenze di questo voto saranno più chiare, la caduta della sterlina nei confronti del dollaro statunitense e delle altre valute potrebbe essere più pronunciata”, dice Viktor Nossek, Direttore della Ricerca in Europa per WisdomTree.

Insomma “l’incertezza è destinata a regnare, con i partiti che cercheranno di formare un nuovo governo. Aspettiamoci un aumento della volatilità nel breve periodo e suggeriamo di focalizzarsi su quelle società globali per loro stessa natura e dunque protette in qualche modo dagli eventi domestici connessi con il Regno Unito. L’esito del voto uccide anche la stessa nozione di Hard Brexit e significherà mesi di difficili negoziazioni all’interno del Parlamento sulle condizioni finali da porre all’Europa”.

Sui mercati la sterlina ha perso circa il 2% ieri sera quando alle 23 italiane sono usciti i primi Exit Poll. L’ex cancelliere delle Finanze britannico George Osborne ha detto che il risultato è “completamente catastrofico” per il premier May e per il suo partito. Secondo gli analisti del Forex di Citigroup la divisa britannica potrebbe perdere ulteriormente quota (almeno una figura sotto i livelli attuali). La divisa passa di mano a circa 1,27 dollari e 1,12 euro stamattina.

È un brutto colpo per May, che anche governando sarebbe quella che gli americani chiamano “un’anatra zoppa”, ma gli equilibri parlamentari non è detto che deraglino del tutto i negoziati sulla Brexit, ma l’ottimismo sul fatto che le trattative fileranno liscio è sicuramente da rivedere. Le autorità europee hanno detto che prima di avviare i colloqui aspettano che ci sia un governo con cui parlare.