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EUROPA IN RECESSIONE, PIL IN PICCHIATA OVUNQUE

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L’economia della zona euro ha visto una contrazione congiunturale nel secondo trimestre dell’anno per la prima volta dall’inizio della serie storica nel 1995. Lo ha detto Eurostat. L’ufficio statistica dell’Unione ha stimato che l’economia dei 15 paesi dell’Uem si è contratta dello 0,2% su trimestre, crescendo dell’1,5% su anno. Entrambi i dati sono in linea con le stime degli economisti, che adesso parlano di recessione.

“La conferma che il Pil della zona euro si è contratto nel secondo trimestre andrà probabilmente ad alimentare i timori di una recessione tecnica nell’area dei 15 paesi. Inoltre, insieme al dato del Cpi che mostra che l’inflazione resta il doppio del target della Bce, il dato evidenzia la difficoltà in cui si trova la Bce”, dice Martin Van Vilet di Ing.

“Il cuscinetto che separa l’economia da una netta recessione è stato ampiamente consumato, quindi la domanda spontanea è se abbiamo visto il peggio o se gli indicatori principali devono scendere ulteriormente. Se c’era da aspettarsi un brusco rallentamento del Pil, i più recenti sviluppi suggeriscono con certezza che la debolezza della crescita va al di là di una correzione tecnica” dice Aurelio Maccario di Unicredit Mib. Il calo è stato guidato dalle tre principali economie.

La Germania è calata dello 0,5% su base trimestrale, Francia e Italia dello 0,3%. Il dato tedesco è stato migliore delle attese, ma quello francese ha sorpreso negativamente il mercato, spingendo alcuni economisti a rivedere al ribasso le proprie stime per la zona euro a -0,3% da -0,2%. Secondo Michael Glos, ministro dell’economia tedesco, la contrazione non indica una brusca flessione negativa dell’economia. “Ci aspettavamo la debolezza del secondo trimestre. Tuttavia se consideriamo la prima metà dell’anno, l’economia della Germania è andata abbastanza bene”, ha detto Glos in una nota precisando che sono state la turbolenza dei mercati, gli alti costi del petrolio e l’euro forte a pesare sulla maggiore economia europea.

Il vice ministro dell’economia Walther Otremba ha aggiunto che non è possibile escludere la possibilità di un’ulteriore contrazione nel terzo trimestre. Riguardo alla situazione francese, il ministro dell’Economia Christine Lagarde ha detto che la situazione dovrebbe diventare più favorevole tra fine 2008 e inizio 2009, mentre già nei prossimi mesi si attenuerà l’inflazione. “Per ora non si parla di recessione” ha precisato. Meglio sono andate le economie minori. La Grecia è cresciuta dello 0,6%, l’Austria e il Portogallo dello 0,4% e il Belgio dello 0,3%.

Nomostante questi brutti numeri, e’ “esagerato” parlare in questo momento di recessione. E’ quanto ha affermato Amelia Torres, portavoce del commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, rispondendo alle domande dei giornalisti se i dati diffusi oggi da Eurostat sulla crescita negativa del Pil a 15 sia da considerare come una recessione.

La portavoce ha sottolineato che i dati anche riguardanti l’inflazione non sono “veramente una sorpresa” per Almunia e per i suoi uffici, visto l’andamento particolarmente buono della crescita del primo trimestre di quest’anno e visto il perdurare della situazione a livello internazionale caratterizzata da alti aumenti dei prezzi anche dei carburanti. Torres ha sottolineato che quelle di oggi sono stime che saranno verificate dallo stesso Eurostat e che la commissione conta di presentare il 10 settembre il suo rapporto ad interim sulle previsioni economiche europee. “Non posso dire nulla di più su che cosa ci riservi il futuro. Dobbiamo aspettare e vedere”, ha osservato la portavoce secondo la quale “non bisogna cadere in un sentimento esageratamente pessimista”.