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Europa: confiscata prima stampante 3D usata per ricreare in casa arma da fuoco

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NEW YORK (WSI) – La polizia di Manchester ha arrestato un uomo che probabilmente stava cercando di creare un’arma da fuoco usando una stampante 3D.
La notizia riportata da ITV vuole porre luce sul problema che sta diventando giorno dopo giorno sempre più grande.

Ormai, e si è visto negli Stati Uniti, se si possiedono i soldi per comprarsi una stampante 3D, si è in grado di ricreare qualunque cosa, anche delle armi. Il problema però è che ricreandosele a casa non si ha bisogno di alcuna licenza per usarle.

Il detective inglese Chris Mossop ha infatti dichiarato: “Bisogna fare qualcosa il più in fretta possibile per capire meglio la tecnologia e la portata del problema. Se qualcuno sa qualcosa a riguardo è importante che ce lo dicano subito, prima che sia troppo tardi e il problema si ingrandisca su scala nazionale”.

Rimane il fatto che la polizia inglese ha dichiarato che le pistole create da stampanti 3D faranno parte della “prossima generazione di armi che verrano usate” in Gran Bretagna e in Europa.

Il primo modello di arma di questo tipo è apparso negli Usa a inizio anno, graie al negozio Defense Distributed, che ha messo online i suoi prodotti.

Le agenzie di sicurezza in Germania e Australia stanno testando il design per vedere se le armi sono efficaci. Le informazioni a disposizione suggeriscono che l’utente ha le stesse possibilità di farsi del male, che non ne abbia la sua vittima.

Dal massacco alla scuola di Dunblane in Scozia, nel 1996, in cui ha rischiato di perdere la vita l’attuale campione di tennis e detentore del trofeo di Wimbledon, Andy Murray, il Regno Unito vieta il possesso di armi. L’approccio di Scotland Yard è improntato a una stretta sulle armi in 3D, piuttosto che alla curiosità.