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Euro: un’ulteriore spinta potrebbe arrivare da Bernanke

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Legnano – Euro ieri, dollaro e sterlina oggi. Queste le valute interessate dai maggiori eventi dal punto di vista macroeconomico. Ieri c’è stato il voto di fiducia al primo ministro greco, voto andato a buon fine e che apre la strada all’inizio della discussione del piano di austerity da 28 miliardi di euro il prossimo 28 giugno. La decisione verrà presa il 30 di giugno, tre giorni prima che i ministri finanziari dell’area euro si andranno a riunire per deliberare o meno l’elargizione della quinta tranche di aiuti alla Grecia.

L’euro non ha reagito in maniera particolare su questa notizia, anche se ci sono stati momenti di altissima volatilità (buoni per i news trader), incapaci tuttavia di muovere gli equilibri di breve termine un po’ contro tutto, dollaro in testa. La moneta unica infatti si trova ancora nei pressi di 1.4400, su livelli che sono davvero alti considerando la situazione economica, finanziaria e politica del vecchio continente. Stasera verrà invece comunicata la decisione sui tassi del FOMC, seguita da una conferenza stampa stile Trichet.

Il mercato è più che preparato alle comunicazioni che arriveranno da parte di Bernanke, ma siamo sicuri che quello di stasera sarà sicuramente ed a tutti gli effetti un non-event? Se dovessimo stimare le probabilità che il mercato (a parte la possibile esplosione di volatilità di brevissimo) non reagirà in maniera particolare, saremmo tranquillamente sopra il 70%, rimane tuttavia una parte degli analisti che concentrerà la propria attenzione sulle parole utilizzate da Bernanke (che a nostro parere non cambieranno) e che soprattutto vorrà capire se la serie di dati brutti rilasciati ultimamente in America hanno innalzato il livello di alert della Federal Reserve.

In caso di comunicazioni “preoccupate” circa l’outlook futuro dell’economia a stelle e strisce, il dollaro potrebbe scendere sia contro euro che contro yen, andandosi dunque a muovere contro quello che nel lungo periodo è sicuramente buono per il greenback, ovvero la fine del QE2.

Per quanto riguarda la sterlina invece oggi verranno rilasciate le minute dell’MPC e, nonostante esse siano attese molto meno hawkish rispetto a quelle del mese scorso, troviamo la sterlina in posizione molto forte soprattutto contro il dollaro americano. Interessante notare che uno dei membri votanti, Sentence, è stato rimpiazzato da Broadbent. Non sappiamo molto circa quest’ultimo, ma sappiamo che sicuramente non condivide appieno la visione hawkish che Sentence ha espresso nei mesi passati.

Inoltre, i dati relativi all’inflazione (con un 4.5% ed un 3.3% core) sembra si stiano stabilizzando con aspettative future di pressioni a ribasso e non a rialzo, unitamente ad una potenziale situazione stagnante a livello di esportazioni (causa diminuzione di domanda aggregata mondiale), il che metterebbe maggiormente in crisi una ripresa che, se deve affidarsi alla debolissima domanda interna, tarderà ad arrivare.

Questo significa che le prospettive di assistere a futuri rialzi di tassi sono diminuite agli occhi degli analisti ed anche la suddivisione dei voti dei membri a favore o contro eventuali rialzi, potrebbero essersi ridimensionate rispetto al 6 vs 3 delle ultime minute. Siamo convinti però che la sterlina potrebbe comunque mantenere i livelli guadagnati, almeno fino a quando non si scenderà sotto 1.6000 contro dollaro e non si salirà sopra 0.9000 con l’euro.

Vediamo ora le evoluzioni del cambio eurodollaro, dal punto di vista tecnico.

Oramai abbiamo compreso come la figura di inversione evidenziata sino dalla settimana scorsa non sia stata perfettamente completata (ricorderete come al “testa spalle” mancassero ancora 100 punti di obiettivo) e come, oramai, non sia più valida. La definitiva rottura a rialzo dei prezzi, avvenuta ieri a 1.4320, lascia intendere ora un possibile nuovo aumento del valore della moneta unica.

Per l’immediato siamo portati a pensare come il punto di rottura, dove si concentrano una buona seri di massimi e minimi delle ultime settimane sul cambi, sia il più importante supporto anche nell’immediato. Il livello eletto a più probabile livello di resistenza si trova prossimo a 1.45 figura.

Risulta particolarmente interessante il lieve movimento compiuto dal cambio UsdJpy. Come possiamo vedere, da qualche giorno, siamo rientrati all’interno del range stretto compreso fra 80.30 e 80 figura, che già nella prima metà di giugno aveva calamitato la nostra attenzione. Sino ad una rottura, questo particolare range potrebbe essere ancora sfruttato, ripetendo come una rottura possa portare in dote 30 pips di volatilità: questo sarebbe in grado di portare i prezzi sino ai successivi livelli obiettivo di 80.60 e 79.70.

Passando ad osservare il cambio EurJpy possiamo notare come, ieri pomeriggio, sia avvenuta la definitiva rottura di quel livello di resistenza posto poco al di sopra di 115 figura. Questo dovrebbe aprire le porte per possibili ambiziosi obiettivi, primo fra tutti 116.25, dato che non solo sul punto di rottura abbiamo riconosciuto una fase di congestione, ma anche poiché su quel livello era possibile individuare il transito della linea di tendenza negativa che dall’8 giugno scorso ha seguito la tendenza negativa mostrata dai prezzi.

Osserviamo ora un grafico di sterlina, contro il dollaro, per notare come l’andamento delle ultime due giornate di scambi abbia permesso di individuare un’area di forte resistenza alla ripresa del percorso rialzista. Parliamo di una zona compresa fra 1.6240 e 1.6255, dove troviamo, su grafico orario, non meno di sei tentativi mancati di rottura. Una volta individuato con precisione il livello di resistenza, per l’immediato futuro, possiamo considerare 1.62 figura come livello di supporto, seppur sia stato confermato solamente da un minimo di questa notte.

Continuiamo ad osservare la sterlina, contro euro ora, notando con interesse come il livello di 0.8850 sia stato confermato come livello di supporto. Oltre 0.8880, lo studio dei ritracciamenti indica un possibile ritorno dai prezzi al punto di partenza dell’8 giugno scorso, 0.8975.

La sterlina potrebbe essere alla porte di un nuovo recupero anche nei confronti dello yen, dato che un grafico orario porta a pensare che ci si possa trovare prossimi al completamento di una figura di inversione di un trend ribassista. Seppur questa non sia particolarmente precisa l’effetto potrebbe comunque risultare favorevole ad una ripresa, oltre la rottura di quella linea di resistenza che idealmente si trova prossima a 130.50. Se dovesse essere confermata la rottura possiamo attenderci un movimento di volatilità dagli obiettivi prossimi al massimo visto una settimana fa esatta.

Concludiamo con il franco che, forse, potrebbe trovarsi vicino ad un cambiamento contro l’euro. In questo caso il tasso di cambio è sempre sostenuto dalla linea di tendenza positiva che insiste da giovedì scorso e nonostante i ripetuti tentativi di rottura ha sempre mostrato una tenuta: per le prossime ore il supporto dinamico si trova a 1.21 figura. Ancora una volta ci sentiamo di indicare l’area compresa fra 1.22 e 1.23 come vero punto di svolta rialzista, nonostante le ultime tre giornate di scambi abbiano permesso di trovare qualcosa più nel breve prossimo a 1.2150.

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