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Euro, il D-day e’ adesso

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La giornata cruciale per l’euro sara’ oggi. E’ quando potrebbe infatti dirsi completamente esaurita la fase (timida) di recupero della moneta unica, vista dal consensus degli analisti a quora $1.2625 entro fine anno.

Recentemente il mercato ha tirato un sospiro di sollievo con il restringimento del differenziale del rendimento dei titoli di stato dei paesi “periferici” rispetto al Bund tedesco, ma le tensioni torneranno a riaffacciarsi (come e’ successo stamattina) a meno che le autorita’ dell’Eurozona non adottino misure ulteriori per placare gli animi. Il fuoco cova sotto la cenere. Quanto agli Stati Uniti, per loro dietro l’angolo c’e’ una nuova recessione.

Questo scenario e’ stato descritto da John Taylor, di FX Concepts, nel corso del “2011 Reuters Investment Outlook Summit”. Ricordando la ripresa della moneta unica culminata nella giornata di venerdi’ scorso, lo strategist ricorda che segnali di avversione al rischio sono riscontrabili osservando il cross euro/franco svizzero.

Il punto cruciale dell’analisi di Taylor, che suona decisamente contrarian rispetto agli scenari delineati dagli economisti dei poteri forti (sistema bancario) e’ che le autorita’ europee competenti stanno cercando di curare i sintomi di malattia grave e forse incurabile dei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna – tutti alle prese con la loro mancanza di competitivita’) ma il punto fondamentale e’ che nessuno dei politici o dei potenti del sistema bancario ha mai il coraggio di andare alla causa dei drammatici problemi che piagano il sistema occidentale (mentre l’oriente e i BRICS hanno economie che girano a pieno regime). Tanto maggiore sara’ il recupero dell’euro, tanto maggiore sara’ il successivo ritracciamento. Non credete ai falsi profeti, dice Taylor.