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Euro debole favorisce solo società maggiori come Ferrari e Campari

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ROMA (WSI) – In Italia non tutti i gruppi esportatori stanno traendo vantaggio dell’iniezione di liquidità della Bce. Fca, Campari, Ferrari, Bruno Cuccinelli e gli altri brand multinazionali più noti all’estero stanno gioendo della debolezza dell’euro.

Ma chi fa affari all’interno del blocco a 19 della moneta unica, ovvero più del 40% del totale, non ha molto da festeggiare finora.

Il calo sotto 1,10 dollari della moneta unica favorisce chiaramente chi esporta al di fuori dell’area euro, mentre tutt gli altri se la evono vedere con un’economia che sente ancora gli effetti devastanti della recessione.

“L’euro debole non ci aiuta molto”, dice a Bloomberg Tiziano Paciti, partner commerciale del produttore di marmo Marmi Regina, società con sede a Verona. “I nostri clienti principali si trovano in Francia Germania e i nostri fornitori fuori dalla regione hanno sempre pagato in euro e non vedo perché dovrebbero cambiare ora”.

Sia Draghi, il governatore della Bce, che il governo Renzi hanno citato l’euro debole tra le condizioni favorevoli per le aziende e tra le ragioni per cui è lecito sperare in una rinascita economica.

La recessione iniziata oltre tre anni fa però fa ancora sentire il suo peseo sulle società del Made in Italy, in particolare sulle Piccole e Medie Imprese.

L’euro è sceso dell’11% circa sul dollaro nel 2015 ed è la valuta con la prova peggiore tra il basket di valute principali. Ieri è calato per il quarto giorno di fila e oggi scambia a quota $1,0747. Il mese scorso ha anche bucato la soglia di $1,05, livelli che non si vedevano dai primissimi anni 2000.

Fonte: Bloomberg

(DaC)