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Euro: bella la valuta unica, peccato non funzioni piu’

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L’Eurozona e la stessa Unione Europea sono entrate in un nuovo territorio. Ne usciranno molto trasformate dalla crisi del debito. La possibilità che un Paese dell`euro possa abbandonare la moneta unica sempre negata ma improvvisamente evocata dieci giorni fa, a Cannes, da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy – ha aperto scenari prima impensabili.

Ora si parla apertamente di ogni ipotesi.

Si tratta di capire, nelle dichiarazioni che escono da Berlino e da Parigi, dove arriva l`intenzione seria e dove invece si nascondono la tattica e la semplice minaccia. Di certo, tutto è però in movimento: la crisi che l`euro vive sui mercati è al rallentatore, ma al fianco del tasto «slow motion» non esistono quello di «stop» e nemmeno di «pause».

La settimana scorsa, l`agenzia Reuters ha messo in rete un servizio intitolato «Francesi e tedeschi esplorano l`idea di un`Eurozona più piccola».
Una fonte autorevole (non identificata) di Bruxelles ha detto all`agenzia di informazioni (di solito altamente credibile) che «nei mesi scorsi Francia e Germania hanno avuto intense consultazioni sulla questione». «A tutti i livelli», ha aggiunto: si suppone, dunque, tecnico e politico. Parigi e Berlino smentiscono un progetto del genere, che se confermato farebbe esplodere i mercati.

Allo stesso tempo, però, fonti anonime distillano altre indiscrezioni. Un alto funzionario del governo tedesco sostiene che si tratta di muoversi verso un`Eurozona più forte: «Continuerai a chiamarlo euro – sostiene – ma sarà con meno Paesi». Queste dichiarazioni possono essere lette in due modi. La prima è quella «tattica». Le due capitali che stanno cercando di guidare il salvataggio dell`euro vogliono mettere pressione sui Paesi membri indisciplinati e bisognosi di riforme e aggiustamento dei conti: fanno dunque apparire scenari spaventosi nel caso questi non agiscano in fretta. Come dire: abbiamo perso la pazienza con la Grecia e probabilmente con l`Italia (anche se nessuno per ora fa nomi).

Già queste minacce sarebbero un salto di qualità, segno che le munizioni di Berlino e Parigi per combattere la battaglia si stanno esaurendo.
Il secondo modo di leggere lo stupefacente dibattito è quello di prenderlo in parola.

Non passa quasi giorno, ormai, che Frau Merkel non dica che è necessario cambiare i trattati europei per dare una credibilità di lungo periodo all`euro.
Nei prossimi giorni, il suo partito, la Cdu, voterà un documento nel quale propone un`integrazione dell`Eurozona e della Ue molto piu’ avanzate: elezioni diretta da parte dei cittadini europei del presidente della Commissione; Patto di stabilità più rigido; sanzioni automatiche ai Paesi che non lo rispettano decise dalla Corte di Giustizia e non dai governi; un Fondo monetario europeo.
Forti regole e istituzioni indipendenti dalla politica, insomma: pieno modello tedesco di governance.

Bello, ma si apre un doppio problema: chi farà parte di questa Eurozona più forte e più germanica; cosa succederà ai Paesi della Ue che non usano l`euro, riusciranno a restare nell`Unione pur con una velocità diversa o finiranno con l`esserne emarginati? Domande che nessuno si sognava di porsi qualche mese fa ma che ora sono diventate ineludibili.

Sarkozy, che non si può dire non sia un politico risoluto, sembra deciso a cambiare tutto almeno quanto la signora Merkel. E di recente è sembrato piuttosto irritato anche con le critiche che si fanno ai leader sulla scena oggi – senza «visione», si dice – quando li si confronta con i padri dell`euro di ieri. In un dibattito con gli studenti dell`Università di Strasburgo, qualche giorno fa, ha dato il suo meglio.

«Francamente – ha detto – la moneta unica è un`idea meravigliosa, ma è stato strano crearla senza porsi la questione della convergenza economica. Onestamente, è carino avere una visione, ma ci sono dettagli che mancano:
abbiamo fatto una valuta ma abbiamo mantenuto sistemi fiscali e sistemi economici che non solo non convergevano, ma divergevano. E non solo abbiamo fatto una moneta unica senza convergenza, ma abbiamo anche provato a distruggere le regole del Patto. Non può funzionare».

Ecco perché a volte il presidente francese è delizioso: si irrita e va al cuore delle cose. Agli architetti dell`euro saranno fischiati gli orecchi, come pure a Gerhard Schróder e a Jacques Chirac che nei primi anni Duemila fecero carta straccia del Patto di stabilità.

Si tratta insomma di rifare l`Europa. Là dove Sarkozy è però meno chiaro è sulla sua idea di nuova Eurozona e di nuova Ue. Il sospetto, conoscendo la cultura politica prevalente in Francia, è che la nuova zona euro sia vista come qualcosa di più chiuso, più protezionista di oggi. Un`eventualità che porterebbe a spaccature tra gli attuali membri dell`euro e con gli altri dieci Paesi Ue che non fanno parte dell`Unione monetaria. Siamo su terreni inesplorati.

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