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Ethereum, JPMorgan: con il rialzo dei tassi batterà Bitcoin

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L’aspettativa del rialzo dell’inflazione, avevano affermato alcuni analisti, avrebbe favorito il Bitcoin rispetto al più tradizionale oro. Ma la storia non si esaurirebbe qui: secondo JPMorgan, infatti, l’avvicinamento del rialzo dei tassi, proprio come avviene per il metallo giallo, avrebbe già penalizzato la criptovaluta per eccellenza, che è rientrata dai recenti massimi. E potrebbe farlo ancor di più nel 2022.

“L’aumento dei rendimenti obbligazionari e l’eventuale normalizzazione della politica monetaria sta mettendo pressione al ribasso sul Bitcoin come forma di oro digitale, allo stesso modo in cui i rendimenti reali più elevati hanno messo pressione al ribasso sull’oro tradizionale”, ha scritto il market strategist di JPMorgan, Nikolaos Panigirtzoglou, in un recente report. Non tutte le criptovalute sarebbero uguali sotto questo profilo, nonostante siano solitamente le loro sorti di mercato siano abbastanza correlate. “Ethereum trae il suo valore dalle sue applicazioni, che vanno dal DeFi al gioco agli NFT e alle stablecoins”, ha affermato lo strategist, pertanto Ethereum “sembra meno suscettibile del Bitcoin a rendimenti reali più elevati”. Il posizionamento crypto in vista del 2022, che sarà probabilmente segnato dalla normalizzazione delle politiche monetarie, sarebbe dunque più favorevole a Ethereum che a Bitcoin.

Ethereum, la spinta del fattore green

Un altro traino per Ethereum è l’atteso passaggio da un sistema di validazione Proof-of-work, che prevede le attività di mining estremamente onerose in termini di consumo energetico, a un sistema Proof-of-stake, che taglierebbe l’impatto ambientale senza sacrificare la sicurezza del sistema. “La maggiore attenzione degli investitori su investimenti ambientali, sociali e di governance ha spostato l’attenzione dalla blockchain Bitcoin ad alta intensità energetica alla blockchain Ethereum”, hanno detto gli analisti di JPMorgan.

Quando la nuova versione della blockchain Ethereum sarà completata, gli argomenti a suo favore potranno contare dunque sul potente argomento green. Ad oggi (24 novembre) il Bitcoin sarebbe, se fosse un Paese, il 32esimo per consumo energetico con 113,7 Twh annualizzati, secondo le stime dell’università di Cambridge.