Società

Eternit: arriva la sentenza storica. Colpevoli i due dirigenti

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Roma – I giudici della prima sezione del tribunale di Torino hanno condannato a 16 anni nell’ambito del processo Eternit il magnate elvetico Stephan Schmidheiny, 65 anni e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni. L’accusa aveva chiesto per i due, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche, una condanna a 12 anni, aumentati a 20 a causa della continuazione del reato.

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Arriva il giorno tanto atteso per le vittime dell’amianto in Italia, ben 2.100 morti e 800 colpiti da malattie negli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli).

Il tribunale di Torino leggerà infatti finalmente la sentenza del maxi processo Eternit in mattinata, di fatto il primo processo al mondo contro l’amianto. Sul banco degli imputati, i due dirigenti della multinazionale svizzera Eternit: Stephan Schmidheiny, 64 anni, e il barone belga Louis de Cartier, 90 anni. I reati imputati sono di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. L’accusa chiede 20 anni di galera.

Si arriva così all’epilogo di un maxi processo: ben 65 sono state le udienze tra il 2009 e il 2011 e 6.392 le persone che si sono costituite parte civile.

Il quotidiano La Stampa anticipa che sono attesi 26 pulman da ogni parte d’Italia ma anche del mondo: e tra questi, ci sono 17 bus che provengono da Casale Monferrato, il fulcro della tragedia silenziosa che si è consumata in decenni, visto che qui la Eternit ha avuto una fabbrica che ha operato dal 1906 al 1986.

E’ il giorno in cui ai morti verrà fatta finalmente giustizia: tra i decessi non solo molti ex operai ma anche cittadini che vivevano vicino alle fabbriche della Eternit e che sono morti a causa del mesotelioma pleurico, il tumore provocato dall’amianto.