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Eni esce da Saipem? A Tesoro assegno 1,22 miliardi

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MILANO (WSI) – Giornata intensa per Eni, che nel corso dell’assemblea degli azionisti è stata attaccata dalle forti critiche del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo.

Riguardo alle strategie della compagnia petrolifera, Claudio Descalzi, amministratore delegato della società ha risposto a una domanda relativa alla controllata Saipem: “Vogliamo uscire per deconsolidare il debito. Non è detto che usciremo del tutto. Non vogliamo uscire completamente. Vogliamo stare in una situazione più sana. Magari rimaniamo”. Da segnalare che il debito che Eni consolida legato a Saipem è di 4,6 miliardi di euro. “Siamo i finanziatori al 100% ed Eni ha 4,6 mld sui 13 totali che vengono da Saipem”.

Resa nota intanto la notizia della distribuzione da parte di Eni al ministero dell’Economia di un assegno di 1,22 miliardi di euro, sulla scia della distribuzione di un dividendo per l’anno 2014, pari a 1,12 euro ad azione. Il Mef è titolare direttamente del 4,34% del capitale e indirettamente attraverso la Cdp che ha il 25,76% del capitale. Al Mef vanno 176,5 milioni mentre alla Cdp vanno 1,048 miliardi.

Sempre di oggi la decisione dell’Agenzia delle Entrate di costituirsi parte civile nel procedimento in corso a Milano a carico dell’ex amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, e di altre 7 persone (tra cui diversi top manager di Saipem come l’ex ad, Pietro Franco Tali, l’ex direttore finanziario, Alessandro Bernini, l’ex direttore operativo, Pietro Varone, e l’ex presidente della divisione algerina, Tullio Orsi) accusate di corruzione internazionale in Algeria.

Secondo i pm Fabio De Pasquale, Isidoro Palma e Giordano Baggio, che lo avevano specificato nell’avviso di chiusura indagini, “al fine di evadere le imposte sui redditi… indicavano nelle dichiarazioni consolidate di Saipem spa elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo”.

Il titolo Eni ha chiuso la giornata di contrattazioni praticamente piatto, +0,06 a 16,99, Saipem +0,95% a 12,77 euro.