Società

Emigrazione e fuga di cervelli dall’Europa: salvezza o affossamento?

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New York – Disperati per la prolungata crisi e fase di recessione nei rispettivi paesi d’origine, dove gli elevati livelli disoccupazione, molte tasse e continui tagli non offrono speranze per un futuro migliore, i giovani hanno cominciato a prendere aerei, treni e navi in cerca di lavoro all’estero.

Una fuga che tendera’ ad accelerare con il tempo, stando a un’analisi di Reuters

Gli alti livelli di emigrazione da economie e Paesi depressi sono sempre stati parte della storia, anche quella europea, ma i moderni mezzi di comunicazione e trasporto hanno cambiato per molti il quadro negli ultimi decenni.

La libera circolazione di lavoratori in Europa è stato un importante fulcro per l’integrazione economica nel continente.

Il problema dell’Eurozona al momento, però, è che la forza lavoro si può muovere ma i debiti nazionali no. E la fuga dei primi indebolisce la capacità di un Paese di risolvere i propri problemi economici, impedendo cosí una crescita nel medio-lungo periodo.

“Se i Paesi più in difficoltà, attraverso misure di austerità, non usciranno dala crisi per un lungo periodo di tempo e le proprie popolazioni abbandoneranno il Paese, come potranno mai tornare a sopravvivere?” ha detto l’economista Michael Saunders.

Per completare il quadro, l’analista ha aggiunto, inoltre: “Credo che questi Paesi non ce la faranno e che qualche forma di default sia l’unica soluzione possibile per uscire dalla crisi nel tempo”.