Società

Elezioni Usa: Trump verso la nomination per la Casa Bianca

Settimana dopo settimana, l’attenzione dei mercati si concentra sempre di più sulle elezioni presidenziali statunitensi in programma a novembre: ad oggi, la gara sembra essere tra l’attuale Presidente Joe Biden e l’ex Presidente Donald Trump, ma per ora si sa molto poco dei rispettivi programmi economici ed è troppo presto per fare calcoli riguardo la possibile composizione del Congresso.

Trump vince anche nel New Hampshire

In attesa di capire qualcosa in più sui programmi, ieri Donald Trump ieri ha fatto un bis storico vincendo anche le primarie repubblicane in New Hampshire con oltre il 50% delle preferenze, di fatto ipotecando  la nomination per la Casa Bianca. Con lo scrutinio al 91 per cento dei voti Trump è avanti con il 54,6 per cento contro il 43,1 di Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina, la stampa americana considera il vantaggio non più rimontabile. Vale la pena ricordare, a questo proposito, che Trump è il primo candidato Gop non in carica dell’era moderna a vincere sia l’Iowa che il Granite State.

Nel frattempo, quasi tutti i suoi sfidanti, dopo risultati deludenti sia nei sondaggi e sia nella raccolta fondi, hanno fatto un passo indietro. L’ultimo ad uscire di scena, pochi giorni fa, è stato Ron DeSantis, governatore della Florida, che fino a poche settimane fa era sembrato il rivale più temibile.

A questo punto, l’unica sfidante rilevante in campo è rimasta Nikki Haley che, nonostante la sconfitta di ieri, assicura comunque di voler andare avanti: il 24 febbraio, le primarie faranno tappa nel suo stato. E in quell’occasione le sarà concesso sbagliare: una sconfitta lì, dove ora Trump è comunque avanti nei sondaggi, sarebbe per lei il colpo finale. I caucuses del Nevada, che si terranno il prossimo ’8 febbraio, sono sulla carta appannaggio del magnate.

Anche il Partito Democratico sta facendo le primarie, che negli Stati Uniti sono obbligatorie per legge, ma non ci sono candidati con un sostegno rilevante oltre a Joe Biden – come accade quasi sempre quando tra i candidati c’è un presidente in carica e le regole prevedono che la prima consultazione riconosciuta dal partito si tenga in South Carolina il prossimo 24 febbraio.

Elezioni Usa e tassi

Mentre si entra nel vivo delle Primarie, il mercato si interroga intanto anche circa le possibili implicazioni delle elezioni americane per la politica monetaria. In effetti, dal 1984 ad oggi la Federal Reserve non ha mai varato un ciclo di tagli dei tassi durante la campagna elettorale. Ciò non significa che non possa farlo quest’anno.

Anzi, come spiega Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS GWM in Italia, quest’anno non ci si deve aspettare che la banca centrale statunitense assuma un atteggiamento particolare per via del calendario elettorale.”Ci attendiamo quattro tagli da un quarto di punto a partire da maggio”, spiega l’esperto.

2024: un anno di consultazioni politiche

Ma il 2024 non è solo l’anno delle elezioni Usa. Quest’anno si alterneranno molte consultazioni politiche, che coinvolgeranno oltre la metà della popolazione mondiale: dagli Stati Uniti all’India, passando per Unione europea, Indonesia, molti Stati africani, Messico, Venezuela e tanti altri. Le prime sono state quelle di Taiwan, che nel complesso hanno confermato lo status quo: in altre parole, potrebbero continuare le tensioni con la Cina ma probabilmente non ci sarà un’escalation a breve, dicono alcuni analisti che sottolineano come la rivalità tra Stati Uniti e Cina sia destinata comunque a rimanere elevata, con il rischio incombente di limitazioni ai flussi di merci e capitali.