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Elezioni: non c’è maggioranza netta. Cosa succede ora?

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ROMA (WSI) – Una cosa certa dopo le elezioni del 4 marzo è che nessun partito ha ottenuto una maggioranza netta, cosa che segnerà un periodo di instabilità politica per una delle più grandi economie europee.

Il Movimento 5 stelle è il vincitore indiscusso delle elezioni politiche 2018 con il 32% dei voti, mentre il centrodestra conquista la posizione di prima coalizione con almeno il 35%. Disfatta totale per il Partito Democratico che non arriva neanche al 22 per cento. La Lega ha quadruplicato il risultato rispetto a cinque anni fa.

La domanda inevitabile che ci si pone all’indomani del risultato elettorale è: cosa accadrà ora? I partiti dovranno lavorare per formare un nuovo governo e nominare un primo ministro. La palla è nel campo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Potranno ora esserci settimane di colloqui tra le parti visto che in caso di parlamento sospeso, la Costituzione italiana non prevede alcun termine per il raggiungimento di un accordo o la convocazione di nuove elezioni. Le consultazioni per formare un nuovo governo verranno avviate probabilmente dopo il 25-27 marzo, periodo durante il quale dovrebbero essere eletti i presidenti di Camera e Senato.

“Il processo formale per formare un governo sarà diretto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente non ha alcun obbligo di consegnare un mandato al più grande partito, e può prima cercare di stabilire se i partiti possono formare una coalizione con abbastanza seggi per governare”, ha detto in una nota Wolfang Piccoli, co-presidente di Teneo Intelligence. Secondo lo studio di ricerca Economist Intelligence Unit (EIU),”Mattarella può anche assegnare un mandato’ esplorativo’, dando ad un primo ministro designato diversi giorni per negoziare con le altre parti prima di riferirglielo”.

Si potrebbe approvare un governo di minoranza? “Tecnicamente parlando, è possibile. La Costituzione richiede che un governo vince il voto di fiducia con una maggioranza semplice in entrambe le camere”, hanno dichiarato gli analisti di UBS Wealth Management in una nota mercoledì.

Nel frattempo l’Italia rimarrà sotto la guida del Primo Ministro guardiano Paolo Gentiloni. Nuove elezioni sono un’ipotesi remota, in caso di un parlamento “mal sospeso”.

Elezioni, i prossimi appuntamenti del nuovo Parlamento

Il primo banco di prova del nuovo Parlamento senza maggioranza uscito dalle urne sarà l’elezione dei presidenti delle Camere. Il 23 marzo si terrà la prima seduta delle nuove Camere, dedicata proprio alla proclamazione degli eletti e all’elezione dei nuovi presidenti, con modalità diverse alla Camera e al Senato. A Montecitorio occorre il voto favorevole dei due terzi dei componenti nella prima votazione, la maggioranza dei due terzi dei voti nella seconda e la maggioranza assoluta dei voti dopo il terzo scrutinio.

Al Senato invece serve la maggioranza assoluta dei componenti nelle prime due votazioni, la maggioranza assoluta dei voti dei presenti alla terza e, nel caso non emerga un vincitore, lo stesso giorno si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti nello scrutinio precedente.

Una volta eletti i presidenti delle Camere, entro il 25 marzo si dovranno formare i gruppi parlamentari ed entro il 27 dovranno eleggersi i presidenti. Successivamente il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dovrò rassegnare le dimissioni dando così l’avvio delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrerà i presidenti delle Camere, gli ex presidenti della Repubblica e i rappresentanti dei gruppi parlamentari e al termine delle consultazioni il capo dello Stato deciderà se assegnare un incarico esplorativo o un incarico pieno.

Sono due gli scenari che si prospettano: Mattarella indica un premier che potrà accettare l’incarico e presentare la lista dei ministri al Quirinale, oppure può rinunciarvi facendo così ripartire le consultazioni al Quirinale. Mattarella probabilmente darà prima l’incarico a Matteo Salvini, leader del primo partito della coalizione vincitrice, per cercare di trovare consensi per un governo guidato dalla lista di centro destra.

Se falliscono, la palla passerà al M5S che per voce del suo candidato premier Di Maio ha aperto al dialogo con i partiti che hanno linee di programma comuni. In ogni caso saranno settimane di grande incertezza e questo rischia di avere un impatto negativo sui mercati italiani e in particolare sui Btp.