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Elezioni, Lega e M5S si spartiranno presidenza Camere

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Si allontana la possibilità di un governo del centro destra con il Partito democratico. A mandarla in cantina è il primo incontro dopo le elezioni dei tre leader delle forze del centro destra. L’ala più moderata non ha convinto la Lega di Matteo Salvini a formare un governo con i voti del Pd, idea sostenuta da Silvio Berlusconi. La partita si concentra ora sul voto per i presidenti di Camera e Senato, previsto il 23 marzo.

L’idea del leader di Forza Italia era quella di offrire la presidenza della Camera a un esponente del Pd, magari a Dario Franceschini o Roberto Giachetti, cercando però di tenere per il centro destra la presidenza del Senato, per la quale Berlusconi avrebbe voluto promuovere, secondo alcune indiscrezioni, Paolo Romani, mentre il leader della Lega ha rilanciato con Roberto Calderoli.

Matteo Salvini ha espresso però una posizione netta contraria a un governo con il Partito democratico. Durante il vertice del centro destra, in un’atmosfera non proprio serena, dove i tre leader hanno misurato le rispettive forze, il segretario della Lega si è detto disposto a trattare su un programma minimo che potrebbe presentare davanti alle Camere. Sembra ora più probabile l’ipotesi che la Lega si spartisca le due presidenze del Parlamento con il Movimento 5 Stelle.  Ma il centro destra chiarisce: una cosa sono le presidenze di Camera e Senato e un’altra un eventuale governo. “Di quello riparleremo più avanti”, si sono detti Berlusconi, Salvini e Meloni.

L’ex premier Silvio Berlusconi, che è arrivato all’incontro accompagnato da Niccolò Ghedini e da Licia Ronzulli, avrebbe avvisato Salvini anche dei rischi che corre quando, come ha fatto martedì, sembra minacciare le autorità dell’Unione europea: “Se serve, ignoreremo il tetto del 3%”, ha affermato il leader della Lega nel corso di una conferenza stampa convocata per dimettersi dal Parlamento europeo.