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ECONOMISTI: 2001 ANNO NERO, MA NON E’ RECESSIONE

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Molti economisti di Wall Street prevedono che quest’anno sia il peggiore per l’economia dal 1991; solo una minuscola percentuale, pero’, pensa che si tratti di recessione.

Secondo un sondaggio del Blue Chip Economic Indicators, solo il 5% degli economisti intervistati parla di recessione, sebbene ci sia consenso sulla previsione di crescita del prodotto interno lordo del 2,1% per quest’anno – la piu’ bassa dal 1991 quando l’economia si e’ contratta dello 0,2%.

Blue Chip Economic Indicators e’ un indice mensile del “sentiment” degli economisti USA pubblicato mensilmente da Panel Publishers, una societa’di Alexandria (Virginia). Al sondaggio partecipano solitamente piu’ 50 economisti di Wall Street.

Gli esperti sembrano essere piu’ ottimisti dell’uomo della strada – a gennaio un sondaggio di Wall Street Journal/NBC News ha rivelato che il 39% degli intervistati prevedeva una recessione nei prossimi 12 mesi – ma la loro previsione di crescita e’ scesa dal 3,5% di ottobre e dal 2,6% di gennaio.

L’ultima volta che le previsioni sono scese cosi’ tanto in quattro mesi e’ stato l’autunno del 1990, l’ultima volta in cui gli Stati Uniti sono caduti in recessione.

Anche il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, dovrebbe abbassare le sue previsioni di crescita del 2001 rispetto al 3,25%-3,75% di luglio durante la testimonianza al Senate Banking Committee prevista per martedi’ mattina.

Secondo Randell Moore di Blue Chip Economic Indicators, gli economisti americani sono fiduciosi nella possibilita’ di evitare la recessione perche’ credono che il rallentamento economico sia stato causato essenzialmente da una correzione delle scorte – quando le societa’ hanno sospeso la produzione in risposta al calo della domanda.

Inoltre ritengono che il rally di gennaio del mercato delle obbligazioni aziendali e l’aumento dei rifinanziamenti dei mutui aiuteranno la liquidita’ di bilancio e che i rimborsi fiscali aiuteranno la spesa al consumo.

Se si prende alla lettera la definizione piu’ usata di recessione – due o piu’ trimestri di crescita negativa – secondo gli economisti intervistati questo fenomeno non si dovrebbe verificare. L’economia, infatti e’ cresciuta nel quarto trimestre a un tasso annuo dell’1,4% e il consenso per il trimestre corrente e’ dello 0,8%.