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ECONOMIA USA: PREMIO NOBEL RIMANE OTTIMISTA

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L’economia americana sta registrando segnali di contrazione, ma niente di cosi’ grave che un taglio dei tassi d’interesse non possa guarire; e’ questo il parere di Robert Mundell, premio Nobel per l’economia nel 1999 e professore presso la Columbia University di New York.

“E’ vero che ci troviamo in territorio negativo – ha detto Mundell – La cosiddetta ‘crescita negativa’ su tre trimestri era possibile, e avrebbe indicato l’ingresso in un periodo di recessione. Anche se questo fosse accaduto, la recessione non sarebbe mai stata cosi’ marcata come quella del 1990/91”.

Secondo il premio Nobel americano, la crescita della produttivita’ dovuta all’avanzamento tecnologico continuerebbe anche in periodo di recessione e la Federal Reserve sarebbe sempre in tempo ad abbassare il costo del denaro, anche di 150 punti base se necessario.

Mundell prevede adesso che la banca centrale USA ridurra’ i Fed Funds dello 0,5% nel corso del prossimo meeting del Federal Open Market Committee (FOMC), in programma per il 20 marzo, e di un ulteriore 0,5% nelle settimane seguenti.

“Non vi e’ una forte distorsione nell’economia americana che debba essere corretta da una recessione”, ha notato Mundell.

Il premio Nobel per l’economia si attende una corrzione dell’economia a ‘U’ e sostiene che il declino del tasso di crescita non si traduce necessariamente in trend economici negativi.