Economia

Economia italiana “affetta da un morbo insanabile”

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“L’Italia è affetta da un morbo insanabile, in cui lo sperpero del denaro pubblico si accompagna a misure infruttuose per tornare a crescere”, è questa la sintesi conclusiva dell’ultimo Osservatorio pubblicato dalla Mazziero Research, che per il Paese non esclude una “crescita in rallentamento e, in prospettiva, il rischio recessione”.

Lo studio riassume una serie di dati macroeconomici che fotografano l’andamento dell’economia italiana. Fra le evoluzioni positive rilevate vale la pena ricordare il calo del tasso di disoccupazione, che però, a luglio, si è affiancato “a un forte aumento del tasso di inattività. Questo ci dice che il calo della disoccupazione”, nel mese in questione, “non è avvenuto per un aumento dei posti di lavoro, ma per una diminuzione di coloro che lo cercavano”.

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fonte: Osservatorio dati economici – Mazziero Research

La spesa per interessi sostenuta dallo stato, il cui debito in rapporto al Pil è su una traiettoria di diminuzione, ha cumulato 35,1 miliardi di euro a fine luglio 2018. “Le nostre prime stime di spesa per interessi nel 2018 indicano una cifra a fine anno di circa 69,1 miliardi di euro”, scrive Mazziero Research precisando che la Ragioneria Generale solitamente calcola la spesa per interesse circa 2 miliardi al di sotto della somma dei singoli mesi, “è quindi plausibile una cifra finale di 67,1 miliardi”.

Nel commentare le polemiche sui vincoli Ue seguite al crollo del Ponte Morandi, Andrew Lawford (Mazziero Research e Cfa Institute partner) ha dichiarato:

“Se la priorità della nazione fosse la sicurezza, non mancherebbero i soldi dal budget attuale della pubblica amministrazione; tuttavia, la volontà di spendere va in molte direzioni, probabilmente spinta dall’idea fondamentale che l’economia avrebbe una ripresa interessante se solo fosse possibile incrementare la spesa statale. Che questa espansione della spesa renda la nazione ancora più vulnerabile a livello economico non ha tanta importanza per un gruppo politico che ragiona di anno in anno (se non di mese in mese)”.

“A parità di altri fattori, un aumento della spesa governativa fa aumentare il Pil; un aumento del Pil sarebbe la prova del successo delle politiche messe in atto, con il solito conto da pagare in futuro tramite l’aumento del debito pubblico”.