Società

ECONOMIA:
MA I PROBLEMI
DELL’ITALIA RESTANO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall
Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – L’Ocse alza le stime 2005 sul Pil italiano grazie al buon risultato del secondo trimestre, ma resta cauta sugli sviluppi nella seconda parte dell’anno a causa dell’effetto Katrina e del caro-petrolio. Lo ha detto il capo-economista dell’Ocse Jean-Philippe Cotis in un’intervista a Il Sole 24 Ore Radiocor, spiegando che «la ripresa è avviata ma i problemi di fondo dell’economia restano». L’organizzazione di Parigi esorta a continuare sulla strada delle riforme in particolare nel settore dei servizi e guarda con favore anche all’apertura del capitale delle banche a operatori esteri.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

«Abbiamo deciso di rivedere al rialzo la stima per il 2005 a +0,2% (dal precedente -0,6%) grazie al dato sul secondo trimestre», spiega Cotis, affermando che le previsioni per i successivi trimestri sono di +0,3% per il terzo e di +0,4% per il quarto trimestre.
«Le nostre valutazioni sul secondo semestre – aggiunge il capo-economista dell’Ocse – sono molto fragili perchè non tengono conto delle recenti perturbazioni come l’uragano Katrina e i prezzi record raggiunti dal petrolio nelle ultime settimane». La stima diffusa oggi – avverte Cotis – deve essere considerata «nella parte alta della gamma di previsioni».

Nessun aggiornamento sul 2006, per il quale – dice il capo-economista – bisognerà attendere l’outlook di novembre. In Italia, nel complesso, aggiunge Cotis, «si assiste a una ripresa, ma a un ritmo più lento rispetto ad altri Paesi. Il secondo trimestre è stato molto più veloce, abbiamo una ripresa congiunturale, ma questo non vuol dire che i problemi di fondo siano stati risolti». Cotis punta il dito, in particolare, sul nodo della competitività e sulla necessità di «proseguire sulla strada delle riforme». In particolare, dice, «occorre intervenire nel settore dei servizi non manifatturieri dove non c’è abbastanza concorrenza e i prezzi sono troppo elevati. È necessario farli scendere e, con essi, l’inflazione. Questo permetterà di indicizzare i salari su
un costo della vita più debole e di ridurre il differenziale di inflazione italiano verso i Paesi partner».

La vera sfida, secondo Cotis, è «mettere assieme tutti gli italiani e trovare un nuovo patto sociale», ma questo, riconosce il capo-economista dell’Ocse, «è molto difficile».
Nel complesso, nella zona euro «c’è un inizio di ripresa, soprattutto in Francia e in Germania», sottolinea Cotis. «In questo Paese si assiste a un decollo degli investimenti, soprattutto degli ordini di beni strumentali da parte di società tedesche. Questo indica un miglioramento nella congiuntura tedesca come non succedeva da molto tempo».

«Poi, sfortunatamente – aggiunge il capo economista Ocse – è arrivato un nuovo shock petrolifero e la zona euro non è robusta e resistente come in occasione di shock passati».
Nessun commento, invece, da Parigi sul caso Bankitalia. Cotis preferisce non rispondere alle domande sulle vicende che coinvolgono il Governatore, Antonio Fazio, e le possibili ricadute per la credibilità italiana all’estero. «È un argomento totalmente al di fuori delle mie competenze», dice, ma spiega che «la liberalizzazione del sistema bancario è uno dei capitoli ancora da affrontare» così come «l’apertura del capitale a operatori esteri».

Copyright © Il Sole 24 Ore – Radiocor per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved