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Ecco le parole di Trichet che potrebbero infiammare l’euro

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Legnano – Molti i temi affrontati nel nostro morning meeting quotidiano. Cominciando dal dollaro americano, sono due gli elementi su cui occorre ragionare maggiormente: i tassi di interesse ed il Beige Book.

Ieri è stato rilasciato infatti questo report (per chi fosse interessato al report completo, http://www.federalreserve.gov/fomc/beigebook/2011) dal quale si è evinto che 4 su 12 distretti hanno mostrato e registrato segni di rallentamento economico, mentre la situazione occupazionale ha visto dei lievi miglioramenti in tutti e 12 i distretti, il che stupisce un po’ dopo la pubblicazione del pessimo dato sui non farm payrolls.

Il problema vero, come temevamo, è relativo alle spese per i consumi privati, le quali sono diminuite a causa dell’aumento dei prezzi di cibo ed energia, quello che solitamente non viene considerato quando si parla di inflazione core, ma allo stesso tempo quello che va a pesare nel breve e medio periodo sulle tasche di tutti i consumatori.

L’espansione economica dunque c’è, ma è moderata, e questo ha in qualche modo smorzato le paure che stavano nascendo nei cuori degli investitori e reazioni sul dollaro americano non ci sono state.

In un quadro del genere i tassi di interesse dunque dovranno rimanere bassi per un periodo ancora prolungato di tempo, e questo, come accennato nei giorni scorsi, potrebbe andare ad impattare sul dollaro americano che in momenti di appetito per il rischio andrebbe a far parte del paniere valutario da utilizzare al fine di finanziare operazioni finanziarie tese ad acquistare attività a più alto rendimento.

In tutto questo è anche arrivato il monito di Fitch agli Stati Uniti. L’agenzia di rating potrebbe seguire la strada intrapresa dalle altre due “colleghe”, Moody’s e S&P, le quali hanno cambiato l’outlook sugli Usa da stabile a negativo rispettivamente gli scorsi 2 giugno e 18 aprile. Questo potrebbe accadere se entro agosto non si vedranno miglioramenti a livello di debito pubblico.

Il pericolo che l’EurUsd vada a negare la figura tecnica che vedremo tra poco tuttavia c’è, e questo pomeriggio tireremo le fila del discorso durante la conferenza stampa di Trichet, che lascerà i tassi invariati prima di presentarsi davanti ai giornalisti. Strong Vigilance, queste le parole attese dalla maggior parte degli investitori per scatenare degli acquisti di euro, in quanto le attese per un aumento ulteriore di tassi di interesse a luglio (che andrebbe di fatto ad accrescere il differenziale nominale di tasso tra euro e dollaro di 25 basis point) crescerebbero.

Una piccola statistica ci mostra come le ultime volte che Trichet ha utilizzato questa espressione, diciassette per la precisione, l’euro si è apprezzato per il 76% del tempo durante le successive 72 ore.

Interessanti anche i movimenti sulla sterlina, che ieri mattina, proprio durante il nostro appuntamento via webinar riguardante l’Analisi Live del Mercato, è stata pesantemente venduta contro tutto, andando a toccare i minimi da un mese a questa parte contro l’euro e perdendo terreno, anche se in misura minore, a livello globale.

Il tutto è stato dovuto ad alcuni commenti arrivati da Moody’s, la quale potrebbe decidere di togliere il rating tripla A all’Inghilterra a causa del fatto che la crescita potrebbe rimanere debole a lungo e dei dubbi che pervadono le menti degli analisti circa la possibilità che il governo non riesca a rispettare gli obiettivi di consolidamento fiscale.

Oggi ci sarà anche la riunione della BoE, ma questo non dovrebbe assolutamente muovere il mercato, in quanto sappiamo che le minute verranno pubblicate, come sempre, in un secondo momento.

In ultimo, occorre citare la decisione sui tassi di interesse da parte della banca centrale neozelandese, che ha confermato il livello di 2.50% e fatto intendere al mercato che i futuri rialzi potrebbero avvenire prima di marzo 2012, nello specifico gennaio o dicembre (attualmente si prezza una probabilità del 96% di rialzo di 25 bp nell’ultimo mese dell’anno) e la riunione dell’Opec che, non avendo aumentato la produzione (l’Iran ed altri 4 Paesi sono andati contro la proposta dell’Arabia Saudita), il che ha fatto salire in maniera importante i prezzi di greggio e brent.

Osserviamo adesso il cambio eurodollaro, introducendo la sezione di analisi tecnica.

Su questo cambio, che la statistica conferma essere di gran lunga il preferito dal mercato, la tendenza rialzista è ancora piuttosto evidente, nonostante possiamo cominciare ad intravedere segnali di incertezza. Primo fra tutti troviamo il tentativo mancato di rottura, per la seconda volta a distanza di due giorni, del supporto chiave di 1.4560. Questo particolare movimento fa si che nella nostra testa l’ultima settimana di scambi stia assumendo una conformazione tecnica piuttosto particolare ed inconfondibile.

Considerando un grafico infragiornaliero, magari con candele a 4 ore, è possibile infatti scorgere un inizio di figura di inversione di “testa e spalle”. Affinché questa prenda vita davvero e venga completata è necessario che nell’immediato futuro, quindi entro le prossime ore, non venga oltrepassato un massimo, orientativo, di 1.4670 circa (questo per creare la seconda spalla proporzionata alla prima e non superiore alla testa, che è rappresentata dal massimo di 1.47): a seguire dovremmo assistere poi ad un nuovo calo dei prezzi sino alla neckline, che transita esattamente sul supporto chiave di 1.4560.

La rottura della linea di supporto di questa figura troverebbe un obiettivo ribassista interessante nei pressi di 1.4430, dove coincidono diversi fattori: la proiezione della figura a ribasso oltre la neckline, la prima percentuale di ritracciamento di Fibonacci del movimento rialzista compreso fra 1.40 e 1.47 ed infine dove notiamo il transito della media mobile di lungo, sempre su un grafico con candele a 4 ore. Quest’idea di inversione del trend primario, in atto da più di due settimane, sarà accantonata con la conferma della forza della moneta unica, successivamente alla rottura del massimo di periodo, poco al di sotto di 1.47.

La discesa dal cambio UsdJpy continua, lentamente, come da attese. Per un soffio è stato mancato ieri il livello obiettivo di 79.60 e, nonostante il recupero di mezza figura dal minimo, i segnali rimangono tuttora ribassisti per un definitivo raggiungimento del minimo appena indicato, ed oltre. La correzione di questa notte però non è risultata priva di significato in quanto il punto raggiunto dai prezzi conferma come il primo livello di resistenza suggerito i giorni scorsi, a 80.30, sia rispettato e riconosciuto dal mercato. Oltre questo rimane l’ultimo 80.60 a cui abbiamo visto almeno tre decise inversioni la settimana passata, confermandone la validità.

La tendenza positiva del cambio EurJpy, mostrata nelle ultime due settimane, è stata temporaneamente interrotta ieri pomeriggio, con l’escursione oltre la trendline che congiunge i minimi crescenti del percorso in salita del cambio. Il recupero che ne è seguito però lascia ben sperare per il raggiungimento della resistenza chiave, che sul cambio in questione si trova a 117.70-80.

Il calo di ieri mattina della sterlina nei confronti del dollaro, per i motivi visti sopra, ha avvicinato velocemente il livello di supporto interessante posto a 1.63. Il mancato raggiungimento però, con arresto a 1.6345, ha evidenziato come la trendline che è possibile disegnare considerando i movimenti del cambio da venerdì sia stata rispettata. Questo aggiunge un elemento di supporto in più al movimento in salita del cambio che trova invece in 1.6460-70 il naturale livello di resistenza.

Ieri mattina, dopo aver registrato un nuovo massimo di periodo a 0.8975 il cambio EurGbp ha iniziato una corsa al ribasso che è culminata con la tenuta di quel livello di supporto indicato da qualche giorno poco al di sotto di 0.89. Questo livello, che per la precisione ieri è stato 0.8885, può aiutarci a valutare se la tendenza in atto possa continuare oltre e giungere all’obiettivo finale di 0.9040.

Vediamo ora il cambio GbpJpy, dove ieri abbiamo indicato una figura potenzialmente interessante di triangolo. Ebbene i prezzi ieri non si sono curati minimamente della trendline rialzista di supporto (che insisteva dal 3 giugno) rispettando però con grandissima precisione la trendline ribassista con un test perfetto di 131.70.

Accantonata quindi l’idea della figura di continuazione della tendenza ribassista possiamo comunque continuare a sfruttare questa linea indicante un ulteriore ribasso che per le prossime ore indica una resistenza dinamica poco al di sotto del massimo visto ieri. Allargando il nostro orizzonte, sino a comprendere la fine di marzo scorsa, possiamo ritrovare un’interessante livello di supporto per il cambio prossimo a 130.15-30.

Per concludere, troviamo una situazione molto stabile sul franco svizzero.
Sia EurChf che UsdChf infatti non sono ancora riusciti ad oltrepassare i livelli chiave per l’immediato futuro, pur essendo riusciti almeno a non evidenziare nuovi minimi storici.

In particolare ricordiamo che per EurChf stiamo attendendo un primo ritorno oltre 1.2320 mentre sul cambio UsdChf sarebbe sufficiente un primo superamento di 0.8390 a movimentare un po’ il mercato.

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