Gli azionisti di minoranza devono essere messi in condizione di far valere i loro diritti all’interno della società. Servono strumenti idonei, rileva il presidente della Consob, Luigi Spaventa, ma c’é anche bisogno che gli stessi soci minoritari siano “presenti e attivi nelle assemblee”. Non necessariamente in prima persona, visto che in Italia la raccolta delle deleghe è consentita, anche se quasi mai praticata. “Potrebbero e dovrebbero attivarsi gli investitori istituzionali”, che però latitano. “Nelle assemblee di approvazione del bilancio 2001 delle prime 50 società quotate la partecipazione dei fondi italiani, che hanno una quota media di possesso vicina al 5%, è stata di appena lo 0,5% del capitale sociale e dell’1% di quello presente. L’assenteismo – nota Spaventa nel discorso di oggi all’incontro con il mercato finanziario – è stato massimo nelle assemblee delle banche e delle società finanziarie”. Spaventa apprezza gli sforzi di Assogestioni, l’associazione di settore, per indurre i fondi italiani (la partecipazione di quelli esteri é in confronto assai superiore) a un maggiore attivismo. “Tuttavia – afferma il presidente della Consob – resta l’impressione che la loro dominate matrice bancaria non sia estranea ai peccati di omissione assembleare”. Più nel dettaglio, Spaventa chiede che la norma del Testo Unico sulla rappresentanza delle minoranze nel collegio sindacale, valga anche per il consiglio di sorveglianza e per quello di controllo interno (i due nuovi organi indicati dall’ultima riforma del diritto societario). “Ove così non fosse – rileva – si compirebbe un deprecabile passo indietro rispetto al Testo unico”. Anche la previsione di amministratori indipendenti rischia di essere un’arma spuntata in sistemi, come quello italiano, dove larga parte della società è controllata di diritto e di fatto dai soci maggioritari. “In definitiva – osserva – sarà sempre il controllante a scegliere gli amministratori che lo dovrebbero controllare: non bastano la legittimazione assembleare o il possesso di requisiti formali per evitare la sostanziale dipendenza dei secondi dal primo”. Cosa fare allora? Spaventa non prende direttamente posizione, ma ricorda che Assogestioni ha chiesto alle società del Mib30 la presenza di rappresentanti delle minoranze nei consigli di amministrazione, raccomandando anche che le minoranze designino il presidente del collegio sindacale o del consiglio di sorveglianza. (ANSA).
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