Società

È mistero per il miliardario scomparso a Hong Kong

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Un miliardario un tempo sostenitore delle proteste pro-democratiche in Cina del 1989, Xiao Jianhua, è scomparso. Oggi a capo della Tomorrow Group investment, di Xiao non si sa più nulla da quando ha lasciato l’hotel Four Seasons a Hong Kong lo scorso 27 gennaio. Il sospetto corre subito a possibili ingerenze da parte della madrepatria cinese.

A dare notizia della storia è il South China Morning Post, le cui fonti affermano che il miliardario avrebbe varcato il confine con la Cina il 27 gennaio e che al momento è nella condizione di poter comunicare con i suoi familiari. Il New York Times parla invece di un arresto da parte della polizia cinese le cui ragioni, però, non sono state rivelate dalle fonti dell’autorevole quotidiano newyorchese.

La storia però si infittisce quando lo stesso Xiao martedì scrive in uno spazio pubblicitario del quotidiano Ming Pao dicendo che non è stato rapito e che “il governo cinese è civile e si comporta secondo la legge”. Resta ancora da chiarire se quel messaggio fosse veramente proveniente da Xiao o da un impostore.

Quale che sia la reale versione dei fatti, è certo che, nel caso Xiao fosse stato prelevato direttamente dalle forze cinesi dal suo albergo di Hong Kong, ciò non sarebbe costituzionale secondo la carta fondamentale della città indipendente: la Cina non può irrompere sul territorio in operazioni di polizia in modo indipendente.

Nel 2014 le pressioni della Cina su Hong Kong si sono riversate nelle piazze in una protesta pacifica che ha avuto risalto internazionale. Il caso Xiao è attualmente oggetto delle indagini della polizia della città indipendente; in un comunicato si legge che il governo “non ammetterà che le forze dell’ordine non di Hong Kong possano compiere azioni ad Hong Kong”.