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E’ la Fed che lo dice: rischio di bolla finanziaria con tassi bassi

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L’avvertimento spaventa in quanto arriva proprio da lei, Janet Yellen: non membro qualsiasi della Federal Reserve, ma da pochi giorni vice presidente dell’istituto, ovvero numero due della Banca centrale americana.

Nel suo primo intervento pubblico dalla sua nomina, Yellen si è fatta subito notare con una dichiarazione che fa pensare: “è concepibile che la politica monetaria accomodante possa diventare un’esca per l’assunzione di rischi eccessivi nel sistema finanziario”. Ergo, Yellen ha messo in guardia contro il rischio bolla che la politica a tassi zero potrebbe rendere concreto, confermando che i membri della Federal Reserve sono ben consapevoli dei rischi legati a una politica troppo espansiva.

Il momento è a dir poco cruciale non solo per gli Usa, ma per la congiuntura globale: è da settimane infatti che non solo qui ma nel mondo intero gli operatori stanno scommettendo sull’adozione di una nuova misura di quantative easing, ovvero sulla decisione della Fed di iniettare nuova liquidità all’interno del sistema finanziario.

E proprio su tali aspettative si è basata la performance di tutti i mercati; l ripercussioni sono state forti soprattutto sul mercato dei cambi, che ha assistito a un forte scivolone del dollaro, a tutto vantaggio dell’euro – che ieri ha superato quota 1,40 usd – e dello yen – a dispetto degli interventi della Banca del Giappone.

Il trend del dollaro ha sostenuto poi anche i prezzi delle materie prime, e l’oro ha recentemente inanellato nuovi record con scadenza quasi quotidiana. Ma, considerato proprio il timore espresso da Yellen, non si è forse esagerato nello scommettere sulle prossime manovre della Fed?

Al momento, gli operatori di borsa non hanno alcun dubbio: stando a un sondaggio condotto dall’emittente televisiva CNBC, il 93% circa del campione (composto da 70 persone tra economisti, gestori di fondi e trader) e’ convinto infatti che la banca centrale americana allarghera’ il suo portafoglio con nuovi asset finanziari.

Secondo gli esperti, dunque, il prossimo tre novembre Ben Bernanke e colleghi annunceranno l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, dunque l’acquisto di asset tra cui Treasury.

Detto questo, le parole di Yellen portano molti a concentrarsi sulla fatidica domanda: è giusto e soprattutto sano per i mercati continuare a essere inondati da nuovi ammontari di liquidità?

Il numero due della Fed, diplomaticamente, non ha fatto alcun riferimento specifico alla politica monetaria corrente dell’istituto.

Ma ha sottolineato che, sebbene “la politica monetaria non possa essere lo strumento primario per la gestione del rischio sistemico, non posso escludere la possibilità che emergano situazioni in cui essa dovrà avere un ruolo nel tenere a freno un comportamento che si basi sull’assunzione (eccessiva) del rischio”.

Della serie: se la Fed si renderà conto che con le sue manovre ha alimentato una propensione al rischio eccessiva – a rischio di bolla – la stessa sarà pronta a intervenire per arginare il danno.