Società

E’ INIZIATA
LA NORIMBERGA
DELLA FIAT

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(WSI) – Domenica 3 luglio sfogliando il Sole 24 Ore e incappando sull’articolo di Andrea Malan e Fabio Tamburini, Fresco e Cantarella si devono essere sentiti come Kappler ed Eichmann quando sono stati beccati da Wiesenthal in Sudamerica; pensavano di essere due pensionati caduti nel dimenticatoio e invece sono stati trascinati a forza alla ribalta del processo di Norimberga.

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Sulla villa in collina di Fiesole e su quella di Superga, si è stesa l’ombra di un passato che sembrava dimenticato, quella del titolo de il Sole 24 Ore: «Inchiesta – l’acquisto di sei anni fa. Fiat-Case: blitz con molte ombre». Sottotitolo: «Fu pagata molto di più di quanto suggerito da un rapporto interno del gruppo – agli americani pesanti stock option». Sulla questione, ieri mattina Dagospia ha scritto un pezzo concludendo con questa frase: «La domanda più stupida che può farsi uno stupido è se Luca-Luca sia stato messo al corrente della sua pubblicazione sul giornale di Ferruccio De Bortoli».

Domanda maliziosa. Montezemolo non fa mai le cose per caso. Io credo che questo sia l’atto più importante della presidenza di Montezemolo in Fiat: con oggi inizia la Norimberga sul passato della Fiat. Fino a ieri, la Fiat aveva sempre avuto un credo: i panni sporchi si lavano in famiglia. Da adesso cambia tutto. Montezemolo ha deciso di risanare la Fiat cogliendo il punto della situazione: non si può pensare di fare il risanamento di una Fiat così distrutta dagli eventi del passato senza fare un processo a chi ne è stato la causa. I processi, si sa, sono lunghi e dolorosi, e fanno emergere delle verità che forse era meglio tenere nascoste. Eppure non ci può essere resurrezione senza processo e Montezemolo ha finalmente deciso di dare un segnale forte e chiaro al mercato facendo emergere la situazione che ha dovuto affrontare e le difficoltà che si trova ancora davanti.

Domenica è stato un giorno importante per la Fiat, forse addirittura il primo giorno del mondo che verrà e il merito è di Montezemolo che dopo un anno e un mese di presidenza ha fatto una scelta difficile, ragionata: ha scelto di non essere più complice del passato, ma di diventare il giudice supremo della corte che deve giudicare i crimini commessi e lo ha fatto nel modo più giusto: utilizzando la credibilità e la serietà del giornale della Confindustria.

Con questo atto si è meritato finalmente il suo ruolo da doppio presidente dimostrando anche di saper aspettare, come sanno fare tutti i saggi della storia. Ha aspettato il passaggio di Fresco e Cantarella, che con lui sono stati tutt’altro che teneri: Fresco gli ha sempre contestato la sua inaccessibilità, dicendo che era più facile parlare con il Papa che con Montezemolo, e Cantarella ha tentato più volte di farlo fuori mettendogli sotto sopra e di fianco persone di sua fiducia. Ma Montezemolo ha dimostrato di essere come il generale Montgomery, l’uomo che ha sconfitto Rommel.

Siamo arrivati alla resa dei conti. Fiat-Case è la palla di neve della valanga che verrà perché quando si inizia il processo alla storia tutti parlano e tutti dicono, o forse Montezemolo vuole anticipare qualche indagine che viene dall’altra parte dell’Atlantico? La morale della storia resta la solita: chi di spada ferisce di spada perisce.

Secondo l’inchiesta del Sole 24 Ore per l’acquisto dell’americana Case la Fiat di Fresco e Cantarella pagò assai più del dovuto. ” Il vertice del gruppo torinese – si legge nel servizio – chiuse la partita a 55 dollari per azione, pari a 4,3 miliardi dui dollari”. Sempre secobndo il Sole, “Case, reduce da una profonda ristrutturazione, valeva in borsa circa 20 dollari per azione, ovvero poco più di 1,5 miliardi di dollari in totale… Il premio per il pacchetto di controllo, fu scritto, poteva arrivare fino al 40%, cioé a 2,2 miliardi di dollari per il 100%”. “Veicolo dell’acquisto di Case”, scrive ancora il Sole, “fu una società costituita nello stato americano del Delaware: la Fiat Acquisition Corporation.

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