Economia

È il giorno della Fed, le attese del mercato

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Due giorni intensi quelli in partenza oggi sul fronte delle banche centrali. Si parte oggi con la Fed, che dovrebbe chiudersi senza colpi di scena; domani poi sarà la volta della BCE.

Partiamo dalla FED. Se nulla è atteso sul fronte del costo del denaro, i fari sono accessi sulle nuove stime di crescita per l’economia Usa. L’attenzione del mercato sarà concentrata sulla conferenza stampa del governatore Jerome Powell prevista per le ore 20,30 italiane, durante la quale, secondo Gilles Seurat, multi-asset fund manager, La Française AM, il numero uno della banca centrale Usa continuerà a rigettare la prospettiva di tassi negativi. Questo nonostante il mercato tema il peggio sul fronte delle prospettive economiche.

L’esperto sottolinea in una nota, che la riunione potrebbe modificare lo statement del FOMC:

  • La forward guidance potrebbe essere rafforzata: la FED potrebbe facilmente impegnarsi a non aumentare i tassi fino a una data stabilita, che potrebbe coincidere con la fine del 2021. Nei trimestri a venire, ci attendiamo che la FED abbracci il “controllo della curva dei rendimenti”, come già hanno fatto Giappone e Australia. Tuttavia, una forward guidance rafforzata sarebbe, da un punto di vista logico, un ulteriore verso il controllo della curva dei rendimenti nel suo complesso.
  • Probabilmente vi saranno dei commenti sullo spread Libor-OIS, che ha iniziato a ridursi dai livelli di stress molto alti grazie alle misure varate. Potrebbe esserci l’annuncio di alcune misure extra per aiutare i mercati monetari, o, almeno, un impegno a immettere più liquidità se lo spread non si dovesse ridursi abbastanza velocemente.

Dopo la Fed, domani la palla passerà alla Banca centrale europea: il comitato di domani dovrà far fronte alla richiesta implicita degli osservatori di fare di più per superare l’emergenza economica.
Senz’altro la mossa di Fitch aggiunge una ulteriore attualità alla riunione, che secondo alcuni analisti potrebbe già decidere di ampliare la portata del Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme), il nuovo programma di acquisti lanciato contro la crisi provocata dalla pandemia di coronavirus.

In generale, come fanno notare, gli analisti di Mirabaud AM,

“finora le banche centrali hanno aumentato – a livello globale – i loro bilanci di oltre 2,7 mila miliardi di dollari dall’inizio di marzo; circa i 2/3 di questa iniezione di liquidità provengono dagli Stati Uniti. L’ammontare di tale apporto di liquidità a livello globale è ben diverso dai 2,5 mila miliardi di dollari messi a disposizione – su un periodo di 12 mesi – durante la crisi finanziaria di oltre 10 anni fa”.
Si tratta di un evento che non ha precedenti, e che secondo gli esperti “complicherà una possibile strategia di uscita – esperienze recenti hanno dimostrato le difficoltà per le autorità monetarie di ritirare questo tipo di misure. In secondo luogo, l’aumento dei deficit del settore pubblico e dei livelli di indebitamento è significativo e probabilmente rimarrà elevato negli anni a venire. I risparmi, compresi quelli precauzionali, aumenteranno”.