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Draghi: ristrutturazione del debito greco danno per tutti

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Bruxelles – Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, boccia seccamente l’ipotesi di una ristrutturazione del debito greco. “E’ un’opzione i cui costi superano i benefici”, dice rispondendo al questionario inviato dal Parlamento europeo in vista dell’audizione per la nomina alla presidenza della Bce.

“Una ristrutturazione in uno Stato membro dell’area dell’euro”, osserva il numero uno di via Nazionale, “pone un forte rischio di destabilizzare il sistema finanziario, con severe conseguenze per le prospettive di crescita dell’Eurozona”.

La politica monetaria della Bce si e’ dimostrata “un grande successo” e dunque non c’e’ “alcuna ragione per introdurre cambiamenti al modo in cui e’ stata condotta negli ultimi 12 ani”. E’ la risposta data dal governatore della Banca d’Italia al questionario inoltrato dal Parlamento europeo in vista dell’audizione del 14 giugno prossimo per la nomina alla presidenza della Bce.

L’obiettivo principale della Bce, ha aggiunto Draghi, e’ “preservare la stabilita’ dei prezzi nel medio periodo per l’intera Eurozona” e questo, ha osservato, e’ anche il miglior contributo che una banca centrale puo’ dare alla crescita.

Draghi, designato quale nuovo presidente della Bce al termine del mandato dell’attuale presidente Jean-Claude Trichet, ha ribadito la necessita’ per la politica monetaria di evitare che ”aumenti temporanei dell’inflazione” si trasmettano a salari e prezzi attraverso i meccanismi di indicizzazione che determinano ”un peggioramento delle aspettative” sul futuro livello dei prezzi al consumo.

Cosi’ di fronte a persistenti pressioni inflazionistiche dal lato delle materie prime, per il governatore della Banca di Italia, ”diviene ancor piu’ pressante la necessita’ di contrastare deviazioni ”dall’obiettivo della stabilita’ dei prezzi che ”minano il fermo ancoraggio della aspettative sull’inflazione.

In tali casi, un aggiustamento dell’impostazione della politica monetaria potrebbe rendersi necessario per preservare la stabilita’ dei prezzi e tenere ben ancorate le aspettative di inflazione”.