Editoriali

Draghi e Conte: i due eroi mai eletti di un’Italia commissariata

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Draghi e Conte sono i personaggi principali di una politica che ha rassegnato le dimissioni dalla politica, entrambi mai stati eletti dai cittadini.

Da un lato, Draghi è considerato l’eroe artefice del salvataggio dell’Europa e dell’euro e di conseguenza, come per una proprietà transitiva, anche un personaggio indispensabile a portare l’Italia fuori dal pantano attuale. Dall’altro lato, Conte ha giocato il ruolo dell’eroe nel bel mezzo di un mare di polemiche dovute alla gestione della pandemia da coronavirus. Entrambi sono sostenuti dal presidente della Repubblica Mattarella, sempre pronto a firmare qualsiasi decreto. Che ne è della politica? E dei cittadini? E del popolo? E della costituzione?

Non spetta a questo articolo entrare nel merito. Pongo solo due domande:

  1. È corretto che Draghi decida la linea italiana in merito alla gestione della guerra in Ucraina?
  2. Allo stesso modo, è stato corretto che Conte abbia deciso le linee di condotta del nostro paese nella gestione della pandemia?

In questo momento, il nostro paese è diviso sull’utilità di avere una figura come quella di Mario Draghi alla guida del governo. Per alcuni: “Draghi non fa gli interessi dell’Italia ma dei poteri forti internazionali”. Per altri: “Draghi è l’unica speranza di ripresa che abbiamo”.

Qualche domanda su Conte e Draghi

Non intendo concentrarmi su questa querelle, tuttavia dobbiamo porci qualche domanda sul Draghi-centrismo:

  • È corretto che le garanzie del futuro di un Paese come l’Italia siano riposte interamente su una sola persona?
  • E se questa persona, ovvero Mario Draghi, perde la fiducia delle Camere, è giusto che il Paese diventi oggetto di ricatti economici come quelli già verificatisi in occasione della fine del Governo Berlusconi?
  • Draghi è di fatto il primo “commissario europeo” in Italia?
  • Se Draghi 10 giorni fa avesse avuto un forte raffreddore, invece che una crisi di governo, quali sarebbero state le reazioni europee e internazionali?

Ora un paio di questioni su Giuseppe Conte:

  • Come ha lasciato il Paese dopo la gestione pandemica?
  • È giusto che un gruppo politico che si autoproclama espressione del popolo si affidi a un uomo che non è stato eletto dal popolo?
  • Quale linea di politica internazionale intende perseguire?
  • E quale politica economica?

Al di fuori dal confronto tra i due, sono in gioco gli interessi dell’Italia e degli italiani, le decisioni di politica economica, ma soprattutto quelle di politica internazionale, oltre che la volontà politica di un Paese che da anni non è rappresentato più da una classe dirigente eletta dai cittadini. Un’anomalia non più accettabile.

L’anomalia sembra ancora più grande tenendo conto che nè Mario Draghi, nè il suo nemico politico, Giuseppe Conte sono mai stati eletti dai cittadini italiani.

L’annoso problema del debito pubblico italiano

Ma il bene dell’Italia si fa anche attorno a un numero: 2.800 miliardi di debito pubblico. Nessuno sembra curarsene, ma non è così. In realtà, l’insofferenza nei confronti di un debito italiano sempre più insostenibile sta montando sempre di più. Lo dimostra questo tweet:

Tradotto significa:

“Buongiorno dall’Italia, dove il debito pubblico si è attestato a maggio a 2,8 miliardi di euro, sfiorando il record. Il rapporto debito/PIL è superiore al 150%. L’Italia ospita quasi un quarto di tutto il debito dell’Eurozona”

L’autore è Holger Zschaepitz, giornalista del quotidiano tedesco “Welt”, autore di “Schulden ohne Sühne?”, un saggio sulla dipendenza degli stati dal debito.

La guerra è iniziata e non sappiamo come andrà a finire. Non alludo al conflitto tra Russia e Ucraina, ma alla guerra tra opinioni pubbliche, tra Nord Europa e Sud Europa. Il tweet sopra non commenta la situazione, ma si limita a snocciolare numeri, che rappresentano un “grido” contro il nostro Paese, un grido che è dovuto al fatto che non si è fatto nulla per contenere il debito, nessun piano di rientro, onde evitare che diventi una spada di Damocle sulle nostre teste e su quelle dei nostri figli.

Non è stato fatto nulla per scongiurare le ire dei tedeschi, né per evitare l’implosione europea. Abbiamo acquistato banchi a rotelle e monopattini, elargito a luglio da 200 euro a tutti coloro che hanno fino a 35 mila euro di reddito. Stiamo sostenendo chi ne ha davvero bisogno oppure rispondendo a bisogni di altra natura? L’Italia ha bisogno d’altro. O forse siamo già commissariati?

Conosco decine di imprenditori capaci di cose straordinarie, nonostante operino in Italia. Donne e uomini che hanno creato grandi e piccole aziende, e che oggi devono fare la loro parte. Forse è arrivato il momento di dire “basta eroi”.

Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”, scriveva Bertolt Brecht in “Vita di Galileo”.  Aggiungerei: “Un Paese che ha bisogno di eroi è un Paese che non funziona