Mercati

Dopo lo tsunami: le performance dei mercati a 5 mesi da inizio anno

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A quasi cinque mesi dall’inizio dell’anno, e avendo alle spalle lo tsunami finanziario dovuto al Covid-19, la maggioranza dei listini finanziari si mantengono in territorio fortemente negativo.

In particolare, è Piazza Affari ad aver subito, fra i maggiori listini globali lo schiaffo peggiore. Nonostante il recupero dai minimi di metà marzo il Ftse Mib rimane, alla chiusura del 28 maggio, in ribasso del 21,9% rispetto a inizio anno. A soffrire di più è il comparto bancario: il Ftse Italia Banche, nello stesso periodo ha ceduto il 33,94% (con un recupero sostanziale dai livelli minimi segnato soltanto a partire da quest’ultima settimana).

Sul versante opposto, invece, si trova l’indice Nasdaq 100, l’unico ad aver messo a segno una variazione positiva in questi primi mesi del 2020, sulla speranza che la crisi coronavirus possa essere il presupposto di un forte stimolo per l’economia digitale e l’innovazione: il guadagno da inizio anno è stato del 7,8%. Il livello attuale dell’indice tecnologico Usa è ormai vicino ai massimi toccati lo scorso 19 febbraio, avendo recuperato quasi tutto l’impatto del coronacrash.

A livello globale i mercati rimangono ampiamente in ribasso con il MSCI World giù dell’8,9%. Più negativi dell’indice di riferimento per i mercati globali risultano al momento le performance degli indici Eurostoxx 50 (-17,4); l’MSCI emergenti (-17,0% ); il Dax tedesco (-11,1%).
Meno colpiti, invece, risultano al momento il Nikkei 225 (-7,3%); lo Shanghai Composite (-6,5%) e, soprattutto, lo S&P 500 che in seguito al recupero avviato dal 23 marzo si trova in ribasso del 6,2% da inizio anno.

 

Le performance delle materie prime

La crisi indotta dal coronavirus sul commercio internazionale e sulla domanda si è abbattuto anche sui prezzi delle materie prime. Il Bloomberg Commodity Index, al 28 maggio, si trova in calo del -22,5% da inizio anno.
Il Brent, complici anche i tesi rapporti fra Russia e Arabia Saudita, resta in calo del 47,3% rispetto a gennaio. Notevole, invece, il balzo per il bene rifugio per eccellenza: l’oro è in rialzo del 12,8%.