Dopo che Banco Popular è stata salvata per il rotto della cuffia grazie all’intervento del cavaliere bianco Santander, i mercati e i correntisti hanno tirato un sospiro di sollievo, ma la fiducia nel settore bancario europeo è ai minimi storici. Il contagio rischia di mettere in crisi un altro, forse altri due, istituti spagnoli.
Anche se l’esempio di Banco Popular è positivo per come è stata gestita in fretta e in maniera risoluta la crisi patrimoniale, rimane il fatto che azionisti e obbligazionisti junior hanno perso un sacco di soldi. Quando la fiducia nella solidità finanziaria di una banca è persa, è quasi impossibile rimediare.
Un po’ come sta avvenendo in Italia con Mps e le due banche venete tuttora sull’orlo del bail-in, la paura si è diffusa in Spagna dopo il caso Popular e ora a essere a rischio crac è l’ottava banca del paese: Liberbank. Si tratta di una banca che al contrario delle altre tre casse di risparmio in crisi del paese (Cajastur, Caja de Extremadura e Caja Cantabria) non è stata inclusa nell’operazione di fusione “obbligata” del settore nel 2011.
Anche la banca andalusa Unicaja potrebbe entare in crisi e il collocamento in Borsa previsto quest’estate potrebbe saltare.
I titoli Liberbank sono stati collocati in Borsa nel maggio del 2013 al prezzo di 0,40 euro per azione. Rispetto al valore dell’Ipo le azioni hanno sperimentato un’oscillazione incredibile, passando dai 2 euro dell’aprile del 2014 (per un rafforzamento del +400% rispetto all’ingresso in Borsa) agli 1,20 euro di maggio di quest’anno. Da quel momento la situazione è precipitata.
Quando Banco Popular è stata salvata, imponendo a chi deteneva azioni e bond rischiosi perdite ingenti, le azioni di Liberbank sono collassate, come conseguenza di una fuga degli investitori. Nella sola seduta di venerdì i titoli hanno perso il 17% in Borsa dopo aver toccato punte al ribasso del -38%. E la risalita giornaliera è stata innescata da un intervento della stessa banca, che ha varato un’operazione di buyback, ovvero di riacquisto di titoli.
Dopo un tonfo del 40% del prezzo delle azioni Liberbank nell’arco di sole dieci sedute, le autorità spagnole di controllo dei mercati, Cnmv, sono intervenute, imponendo lunedì lo stop alle vendite allo scoperto sul titolo.
A gettare nel panico i trader e i correntisti è la situazione patrimoniale traballante delle finanze dell’istituto. Nelle sole ultime tre settimane Liberbank ha visto evaporati tutti i guadagni realizzati in Borsa nel 2017. Preoccupano in particolare il profilo di rischio della banca e il basso tasso di coverage, con il quale si misura la capacità di una società di rispettare gli impegni finanziari e ripianare i debiti. E in tutto questo il peggio è che la gran parte degli asset meno produttivi e redditizi della banca sono investimenti nel mercato immobiliare.
I vertici di Liberbank hanno smentito che il gruppo è in una situazione di pericolo ma i mercati non sembrano crederci. Anche perché alla fine del primo trimestre di quest’anno il tasso di default degli asset di Liberbank ha raggiunto il 13%, il 3% sopra la media nazionale (9,8%). In quel momento il tasso di coverage dei suoi prestiti meno performanti era del 42,1%, una percentuale bassa se confrontata con il 47% di Banco Sabadell, il 48% di Bankia, il 50% di CaixaBank e il 55% di Unicaja.